L’inflazione è destinata a salire, ecco i titoli con cui difendersi
Ormai appare chiaro che la domanda da porsi non è più se l’inflazione salirà oppure no, la giusta domanda è come difendere il proprio capitale in una fase economica che appare prevedere un consistente rialzo dell’inflazione.
Le materie prime, in particolare i metalli, sono state le prime ad attivare il campanello di allarme. Il recente rialzo dei prezzi sul futures del ferro di giugno e luglio è solo l’ultimo degli avvertimenti.
Quel che sta accadendo, si fa notare da più parti, è un cambiamento abbastanza significativo nel trend dell’inflazione che potrebbe portare nel corso dell’intero prossimo decennio ad un aumento dei prezzi abbastanza significativo.
La doppia spinta all’inflazione
L’inflazione potrebbe essere spinta su in modo deciso da due fattori, di breve e medio-lungo periodo.
La spinta di breve periodo è dovuta alla ripresa delle economie dopo un anno e mezzo di chiusure parziali o totali. Le catene di fornitura potrebbero non essere pronte a soddisfare tutta la domanda, compresa quella repressa nel 2020 e inizio del 2021.
L’inflazione sul medio-lungo periodo dovrebbe essere trascinata al rialzo dai piani di ripresa degli Stati, i quali vogliono “approfittare” di questa fase storica per rinnovare le infrastrutture esistenti in chiave ecologica, e costruire quelle mancanti. La spinta sarà notevole perché le grandi economie hanno promesso migliaia di miliardi di dollari e di euro per realizzare i rispettivi piani. Serviranno grandi quantitativi di materie prime e l’industria potrebbe non riuscire a soddisfare adeguatamente la domanda o comunque avrà bisogno di aumentare la produzione per soddisfarla e tutto ciò farà aumentare i prezzi.
Come difendersi dall’inflazione
In che modo un investitore può difendersi dall’inflazione? Quel che appare chiaro è che in una situazione di questo tipo i titoli azionari soffriranno. Guardando a questi ultimi bisognerà puntare sui titoli azionari ciclici, ma anche su quelli che dalla transizione energetica e dal rilancio delle infrastrutture ne trarranno grande vantaggio. Vedasi Eni spa nel comparto energetico e Webuild spa (WBD) nel settore delle costruzioni.
Sul piano dei titoli obbligazionari, invece, a soffrire saranno quelli governativi fatta eccezione per i titoli di Stato indicizzati all’inflazione che invece saranno avvantaggiati.
I titoli obbligazionari societari forniranno dei buoni rendimenti, e questo perché i fondamentali economici sono attesi in positivo nei prossimi anni proprio grazie agli investimenti degli Stati in molti settori: digitalizzazione, edilizia (ristrutturazioni e infrastrutture), transizione energetica.
In breve queste le classi di attività da considerare:
settori azionari legati all’economia reale (tendono ad avere prestazioni eccellenti quando l’inflazione sale);
obbligazioni indicizzate all’inflazione;
le materie prime;
Addio alla globalizzazione e l’inflazione
Secondo il Financial Lounge, le politiche governative dei prossimi anni potrebbero essere più favorevoli ai lavoratori rispetto alle politiche messe in campo per favorire le imprese.
La globalizzazione potrebbe subire una brusca battuta di arresto, seguendo la logica trumpiana, molti altri Stati potrebbero puntare sulla produzione nazionale. Ciò allo scopo di assorbire l’enorme disoccupazione creata dalla crisi pandemica.
Questi movimenti spingeranno i salari verso l’alto, perché le imprese scaricheranno l’aumentato costo del lavoro sul prezzo dei beni e dei servizi.
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