Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 7 hours 39 minutes
  • Dow Jones

    38.503,69
    +263,71 (+0,69%)
     
  • Nasdaq

    15.696,64
    +245,33 (+1,59%)
     
  • Nikkei 225

    37.552,16
    +113,55 (+0,30%)
     
  • EUR/USD

    1,0705
    +0,0001 (+0,01%)
     
  • Bitcoin EUR

    61.977,43
    -809,98 (-1,29%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.425,00
    +10,24 (+0,72%)
     
  • HANG SENG

    16.828,93
    +317,24 (+1,92%)
     
  • S&P 500

    5.070,55
    +59,95 (+1,20%)
     

La bufala dei 35 euro in più a bolletta, messaggio fake su whatsapp

Bufala sull’aumento della bolletta
Bufala sull’aumento della bolletta

Un messaggio che sta circolando in questi giorni su Whatsapp e via mail sostiene che dal prossimo aprile le fatture della luce subiranno rincari, e ricorda una campagna in corso per non pagare questa cifra in più. Tuttavia questo messaggio è un falso.

Nel messaggio si invitano i destinatari a non pagare una parte della prossima bolletta dell’energia elettrica, per protesta contro un ipotetico rincaro alle bollette relativo a un annuncio fatto qualche giorno fa dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e i rifiuti (la cosiddetta Arera). Tale ente aveva appovato una delibera che consentirà ai distributori della luce di recuperare alcuni crediti inesigibili tramite le bollette di tutti i consumatori. Un fatto vero, ma completamente travisato.

Infatti, differentemente da quanto scritto nel messaggio, non ci saranno 35 euro da pagare a testa per coprire i milioni accumulati dai morosi; è stato già annunciato che per un anno non ci sarà alcun aumento, e quando il meccanismo dell’Arera partirà, gli aumenti saranno irrisori.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Non si discute sul fatto che la decisione di chiedere un obolo, seppur simbolico, ai consumatori virtuosi sia faticosa da digerire; e in effetti è ingiusto che a pagare di più siano gli onesti cittadini. Tuttavia non solo non è esattamente così che stanno le cose, ma è anche ingiusto mettere in giro voci del tutto inventate. Spieghiamo meglio…

Prima di tutto, non pagare una parte della bolletta significa cacciarsi nei guai: si finisce per essere morosi a propria volta con tutte le relative conseguenze del caso, cioè sanzioni pesanti. Secondariamente, a differenza di quanto viene detto nel messaggio, non c’è alcuna decisione del TAR da attendere, visto che proprio l’associazione Altroconsumo ha categoricamente smentito di aver consigliato di evadere la bolletta in toto o in parte e di aver portato in tribunale chicchessia.

Ecco cosa scrive Altroconsumo sul proprio sito web: “La delibera emanata dall’Autorità mira a sanare solo i crediti inesigibili dei distributori, non quelli direttamente generati dalla morosità dei clienti finali. Resta ancora aperta, infatti, la definizione di come recuperare, da parte dei fornitori di energia, gli oneri di sistema dei clienti finali che, per difficoltà economiche, sono diventati morosi e si sono visti chiudere la fornitura di elettricità. Contrariamente a quanto riportato da diversi organi di stampa, non rientrerebbero in questo scenario i cosiddetti furbetti del “turismo energetico”, ovvero quei consumatori che vagano da un fornitore all’altro, lasciando bollette non pagate alle spalle. In questi casi, infatti, il debito pregresso, grazie a un meccanismo chiamato Cmor (corrispettivo di morosità) passerebbe nella bolletta del nuovo fornitore, che è tenuto a richiederlo per poi passare l’importo al vecchio fornitore a cui spetta“.

Bufala sull’aumento della bolletta, il messaggio
Bufala sull’aumento della bolletta, il messaggio

Gli oneri da recuperare appena citati compongono una voce della bolletta, slegata dal consumo di energia, che pagano tutti gli utenti. Il denaro relativo non finisce nelle casse della nostra società fornitrice, ma alle società che distribuiscono l’energia, e a loro volta nel Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Con il mini risarcimento si tratta di far recuperare gli oneri spesi alle società fornitrici, uniche rimaste scoperte nel giro dei pagamenti.

Il Codacons ha annunciato un ricorso al tribunale amministrativo della Lombardia per chiedere l’annullamento della delibera, mentre Altroconsumo chiede semplicemente una stima dell’aumento previsto.