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La Casa Bianca dichiara guerra alla cannabis. Ma in California è già industria

Una pianta di marijuana (Getty)
Una pianta di marijuana (Getty)

Un cortocircuito normativo. La California ha legalizzato l’uso ricreativo della marijuana, l’utilizzo terapeutico era già legale da vent’anni, ma il governo federale lo considera reato. Fino ad oggi veniva tollerato, ma adesso che la California ha sdoganato la cannabis nei vari tea party, il ministro della Giustizia, Jeff Sessions ha deciso di usare il pugno duro, firmando una direttiva che abolisce il precedente regolamento “permissivo” di Obama.

Chi verrà colto a fumare cannabis in California, quindi, rischia non si sa bene cosa. Per lo Stato l’uso è legale ma per il governo federale no. Il ministro del conservatore del governo Trump alimenta la confusione normativa, conferendo ai suoi rappresentanti a livello locale la possibilità di intervenire con ampi margini di discrezionalità. Una dichiarazione di guerra bella e buona all’erba.

A rimetterci potrebbero essere i pazienti che per uso terapeutico assumono marijuana perché con la liberalizzazione anche per uso ricreativo il prezzo rischia di salire di almeno un terzo. La California ha varato un codice di norme da seguire, ben 276 pagine, che rendono più difficile produrre e vendere erba. Si tratta di cautele comprensibili, considerata la delicatezza della materia: la marijuana non potrà essere mischiata all’alcol, alla nicotina e neanche a prodotti ittici. Può però essere impiegata con più disinvoltura in cucina e per produrre creme di bellezza. Ma niente erba nelle caramelle per bambini.

I consumi potrebbero salire. Le controversie normative aumentano il gusto del “proibito” e il freno federale potrebbe rivelarsi un volano per l’industria della cannabis non solo in California, ma in tutti quegli Stati dove è già legale, come Washington, Nevada, Colorado, Alaska, solo per menzionare quelli che tollerano anche l’impiego ricreativo. Resta il rischio delle infiltrazioni criminali. Non tanto nella produzione, ma nel riciclaggio di denaro. Le transazioni commerciali devono essere rigorosamente eseguite con denaro contante. Le banche, infatti, non vogliono mettere a disposizione i loro canali telematici per paura di contravvenzioni governative.