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La crisi di Facebook sul volto di Zuckerberg: cerotti e lividi in copertina su Wired Usa

Mark Zuckerberg sulla copertina di Wired Usa
Mark Zuckerberg sulla copertina di Wired Usa

di Fabrizio Arnhold

Probabilmente sono stati i due anni più difficili per il fondatore e ceo di Facebook che compare con il viso livido e malconcio, come dopo una rissa, sulla copertina di Wired Usa. Il giornale ricostruisce le ultime vicende di Menlo Park, ritraendo sulla copertina un Mark Zuckerberg con lividi e cerotti, ma pronto a rialzarsi.

L’analisi sul Russiagate

Nel pezzo inchiesta, firmato da Nick Thompson e Fred Volgestein, sono state intervistate cinquantuno persone, tra ex e attuali dipendenti. Quella che ne esce è un’analisi che spazia dal Russiagate all’ultima modifica dell’algoritmo. Il periodo difficile per il social è iniziato con le elezioni Usa nel 2016, quando Facebook fu accusato di aver diffuso notizie false contro Hillary Clinton. Le difficoltà sono proseguite con la modifica dall’algoritmo che sacrifica lo spazio dedicato ai post provenienti da brand e giornali in favore di quelli degli amici. Le frizioni tra il gigante social e l’industria dell’editoria si sono così ampliate.

Mark Zuckerberg (Photo by Paul Marotta/Getty Images)
Mark Zuckerberg (Photo by Paul Marotta/Getty Images)

Le confessioni degli ex dipendenti

Sandy Parakilas, operation manager assunto tra il 2011 e il 2012, ha spiegato a Wired Usa: “Facebook dà la priorità alla raccolta dei dati degli utenti piuttosto che alla loro protezione da eventuali abusi”. Parole che aumentano le polemiche su un tema delicato come quello della privacy. A gettare ulteriore benzina sul fuoco ci ha pensato anche Samidh Chakrabarti, responsabile per il civic engagement:I social network possono mettere a rischio la democrazia, vorrei poter garantire che gli aspetti migliori avranno la meglio su quelli critici, ma non posso”, ha detto, riferendosi senza mezzi termini alla responsabilità di Facebook nella campagna presidenziale Usa.

La fuga dei giovani

Sempre meno giovani stanno su Facebook. Preferiscono social meno soggetti al controllo, come Snapchat, ad esempio. Il tempo trascorso su Facebook è diminuito di 50 milioni di ore al giorno negli ultimi mesi del 2017, mentre gli utenti del Nord America – circa 184 milioni – cono scesi di 700mila unità.