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La differenza tra denuncia, esposto e querela

Ecco quali sono le differenze fra esposto, denuncia e querela (foto d’archivio Getty)
Ecco quali sono le differenze fra esposto, denuncia e querela (foto d’archivio Getty)

Anche camminando per strada si può assistere al compimento di un reato. Oppure si può avere la sensazione che qualcosa non sia al posto giusto. In entrambi i casi è il senso civico che porta una persona a rivolgersi alle forze dell’ordine per ristabilire in qualche modo la giustizia. Ci sono tre strumenti a disposizione di ogni cittadino per sollecitare l’intervento di Polizia (municipale o di Stato) e dei Carabinieri.

Parliamo di denuncia, esposto e querela – tre strumenti che spesso vengono confusi tra loro quando ci si rivolge alle forze dell’ordine e che spesso portano a diverse interpretazioni legali.

La denuncia

Con la denuncia, un cittadino può informare l’autorità giudiziaria di aver fisicamente assistito a un reato. Tale cittadino è a tutti gli effetti un testimone. La denuncia può essere presentata in forma orale o scritta. Nel primo caso verrà redatto un verbale, mentre nel secondo l’atto dovrà essere sottoscritto dal denunciante o dal suo legale.

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Non tutte le denunce alle autorità portano alla nascita di un procedimento penale; se il reato denunciato è previsto dalla legge come perseguibile a querela, allora non sarà sufficiente la semplice denuncia. Servirà appunto una querela.

La querela

Con la querela si chiede alle autorità di aprire un procedimento penale nei confronti di un presunto colpevole di reato. La querela va fatta oralmente o in forma scritta e può essere presentata personalmente o a mezzo di procuratore speciale; tuttavia a differenza della denuncia (che può essere presentata da chiunque abbia assistito a un reato) la querela deve essere presentata solamente da chi è stato ‘offeso’ dal reato.

Nella querela ci deve necessariamente essere una manifestazione di volontà verso la punizione del presunto colpevole. Nella querela per diffamazione, ad esempio, si chiede all’autorità che la persona che si ritiene abbia dichiarato falsità sulla persona sia punita, solitamente con il risarcimento danni.

L’esposto

Se un cittadino pensa che i suoi diritti siano stati violati e che necessiti tutela, o se si ritiene che debba esserci un’indagine su un’ipotesi di reato, può utilizzare la forma dell’esposto. Consiste nell’esposizione analitica (in forma orale o scritta) dei fatti ritenuti illeciti con l’aggiunta della richiesta espressa di intervento.

L’autorità giudiziaria decide in seguito se svolgere delle indagini, se applicare una multa oppure se iscrivere il tutto nel registro notizie di reato. Il cittadino dunque si limita a segnalare un fatto, e lo può fare in forma anonima.

In particolare l’esposto anonimo può essere utile come segnalazione, ma non può essere utilizzato in fase processuale e non aiuta le autorità ad approfondire il tema con chi effettivamente ha notato un possibile reato. Tuttavia può essere uno strumento, quello della forma anonima, ‘socialmente utile’, in quanto può proteggere chi espone da possibili minacce.

La denuncia e la querela, invece, non possono essere anonime. Attenzione: nell’esposto deve essere contenuta la dichiarazione di voler procedere a una querela (entro tre mesi come da termini di legge) nel caso in cui venga accertata l’esistenza di un reato e soprattutto nel caso si voglia far valere il proprio diritto ‘calpestato’ dal presunto colpevole.

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