La grande truffa della benzina illegale, ogni anno 4 miliardi di evasione
L’allarme lo ha lanciato l’Unione Petrolifera: se la benzina costa troppo poco talvolta nasconde una truffa ai danni dello Stato. I prodotti petroliferi garantiscono alle casse statali una bella entrata fiscale: nel 2016 circa 38,7 miliardi, con un decremento del 3,7 per cento rispetto all’anno precedente (1 miliardo e 490 milioni in meno).
Attenzione ai prezzi
Il taglio è dovuto in parte al ribasso di benzina (-6%) e gasolio (-9%) e in parte al calo dei consumi. Si è registrato anche un forte calo del gettito proveniente dall’Iva: circa 950 milioni in meno. Sul prezzo della benzina la componente fiscale pesa in media il 64,7 per cento, sommando le accise più l’Iva e su quello del gasolio il 61,8 per cento, la quota più alta tra i Paesi Ue.
Il commercio illegale
In questo contesto il commercio illegale di carburanti è un fenomeno sempre più diffuso, “nonostante l’intensificarsi degli interventi della Guardia di Finanza”, spiega Marina Barbanti, direttore generale dell’Unione Petrolifera. “Il problema è che la reazione dell’illegalità è molto veloce. Comunque si sta facendo molto sulla prevenzione anche grazie alle norme previste nelle leggi di Bilancio del 2017 e 2018, ma non basta”.
Le stime sul fenomeno
Una stima del fenomeno “è molto difficile”, le associazioni di categoria indicano un intervallo possibile tra i due e i quattro miliardi, circa il 10 per cento del volume dei prodotti petroliferi venduti. E come arrivano sul mercato i carburanti illegali? Ci sono furti direttamente negli oleodotti, anche se in calo, e l’altra via è rappresentata dall’arrivo sul mercato nazionale di prodotti petroliferi di dubbia provenienza ma trasportati in piccole navi che attraccano nei nostri porti.