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Lascia l'intero CdA della Juve. Agnelli: "Venuta meno la compattezza"

L'intero consiglio di amministrazione della Juventus, compreso il presidente Andrea Agnelli, dopo un consiglio straordinario del cda ha rassegnato le dimissioni. Lo conferma la società. "I membri del Consiglio di Amministrazione, considerata la centralità e rilevanza delle questioni legali e tecnico-contabili pendenti, hanno ritenuto conforme al miglior interesse sociale raccomandare che Juventus si doti di un nuovo Consiglio di Amministrazione che affronti questi temi".

Le indagini della Guardia di Finanza e soprattutto le ultime contestazioni della Consob: potrebbero esserci questi due elementi dietro la decisione dell'intero Cda della Juventus di dimettersi. Secondo quanto si appende da fonti qualificate, proprio gli ultimi accertamenti dell'organo di controllo del mercato finanziario italiano hanno spinto la società a rivedere il progetto di bilancio e a far slittare per due volte l'assemblea degli azionisti.

Si chiude un'era

Con le dimissioni dell'intero Cda e quindi anche del presidente Andrea Agnelli, si chiude un'era, quella dei nove scudetti consecutivi della Vecchia Signora, un record. Il figlio di Umberto, da sempre un acceso tifoso della Juve, era tornato a far parte della società nell'aprile del 2010, poi a maggio era stato nominato presidente, raccogliendo l'eredità, complicata, lasciata da Cobolli Gigli e Jean-Claude Blanc, quest'ultimo ora dirigente del Psg. Appassionato e competente, Andrea si era subito dato l'obiettivo di ricostruire la squadra che, quattro anni, dopo Calciopoli, era fuori dall'Europa, cosa a suo dire poco accettabile. Il suo motto è subito stato "Giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus, un unico obiettivo: vincere". Lo ha messo in pratica cominciando, e poi portando a termine, l'era del riscatto bianconero che in dieci anni ha visto la Juventus conquistare, con Conte, Allegri e Sarri in panchina 9 scudetti consecutivi, di cui 4 facendo doppietta con la Coppa Italia. 4 anche le Supercoppe italiane vinte.

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Ma la Juve di Agnelli ha fatto bella figura anche in Europa, con due finali di Champions League giocate nel 2015 e nel 2017, e perse contro il Barcellona di Messi (e di Neymar e Suarez) e il Real Madrid di Ronaldo e Benzema, con il grande ex bianconero Zidane in panchina. Tutto ciò grazie a una progettualità geniale, concreta e tempestiva, con la riorganizzazione totale del club in ogni settore, frutto anche del fatto di avere lo stadio di proprietà. Di Andrea anche le scelte di prendere come allenatori prima Antonio Conte e poi Massimiliano Allegri. Ciò ha voluto anche dire, attraverso i risultati, un fatturato portato dagli iniziali 156 milioni a quasi 500 milioni. Suo anche l'assalto riuscito a uno dei due migliori giocatori al mondo, Cristiano Ronaldo, investimento che non ha portato i frutti sperati a causa della crisi economica innescata dal Covid e dal lievitare dei costi.

Un ufficio a Hong Kong

Ma Agnelli è anche il presidente juventino che ha inaugurato la Continassa, il nuovo centro sportivo inserito in una cittadella con sede del club, hotel, scuola internazionale e centro commerciale, e ha dato il via alla gestione diretta del merchandising con l'apertura di un ufficio a Hong Kong. Portati a termine anche la creazione e il lancio della J Woman, squadra dominatrice del calcio femminile (5 scudetti consecutivi) e dell'Under 23, ora NextGen, la seconda squadra che gioca in Serie C, altro 'unicum' dei bianconeri. Con lui la Juve è stata anche la prima ad avere una sua serie su Netflix e su Amazon. E ancora il J Museum e il J Medical, oltre al ricco accordo con lo sponsor tecnico Adidas che non ha precedenti in Italia. Andrea Agnelli è stato anche presidente dell'Eca, consorzio dei più importanti club europei, portando avanti fra mille polemiche, assieme a Real e Barcellona, il progetto della Superlega. Ora l'addio, proprio alle soglie di quel 2023 in cui la Juve festeggerà il centesimo anno della proprietà Agnelli.

Scanavino nuovo DG

Maurizio Scanavino è il nuovo direttore generale della Juventus. L'incarico gli è stato conferito oggi dal consiglio di amministrazione "al fine di rafforzare il management della società".

La lettera di Agnelli ai dipendenti

"Cari tutti, giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere. Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra. Siamo abituati per storia e Dna a vincere. Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, nove scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, cinque scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l'accordo con Adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo Uefa, il J|Museum e tanto altro".

"Ore, giorni, notti, mesi e stagioni con l'obiettivo di migliorare sempre in vista di alcuni istanti determinanti. Ognuno di noi sa richiamare alla mente l'attimo prima di scendere in campo: esci dallo spogliatoio e giri a destra, una ventina di scalini in discesa con una grata in mezzo, un'altra decina di scalini in salita e ci sei: "el miedo escénico" e in quell'attimo quando sai di avere tutta la squadra con te l'impossibile diventa fattibile. Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Georgios Karaiskakis, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno". "Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni. La nostra consapevolezza sarà la loro sfida: essere all'altezza della storia della Juventus. Io continuerò a immaginare e a lavorare per un calcio migliore, confortato da una frase di Friedrich Nietzsche: "And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music". "Ricordate ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve! Fino alla fine..."