Lavoro sempre più vecchio, l’età media sale a 44 anni
I lavoratori italiani sono sempre più vecchi. Prima di qualsiasi considerazione sul tasso di disoccupazione nel nostro Paese, questo significa che nei luoghi dove si produce la ricchezza, manca l’approccio innovativo. Sì perché chi ha 60 anni sarà anche più esperto, ma non ragiona come un lavoratore di 20-30 anni, in termini di innovazione di pensiero. Una ricerca del Corriere della Sera ha preso in esame i dati dell’Istat e la fotografia che ne esce mostra che chi ha un impiego è sempre più vecchio, con un’età media di 44 anni. Nell’ultimo quarto di secolo l’età media degli occupati è cresciuta di quasi sei anni: da 38 a 44 anni. E lo fa anche anche a ritmo vertiginoso.
La demografia non aiuta. In Italia vive una popolazione con l’età media più alta al mondo (45,1 anni), dopo la Germania e il Giappone. Ha influito negativamente anche la riforma del sistema pensionistico, con l’innalzamento dell’età da raggiungere per stare a casa a riposarsi. E pesa soprattutto l’emarginazione lavorativa dei giovani: il tasso di occupazione per chi ha fino a 24 anni è appena del 17 per cento. Negli ultimi 25 anni in Italia sono sparite 3,6 milioni di persone di meno di 35 anni. Le previsioni sul futuro non promettono nulla di buono perché secondo il Fmi, nel 2020, un lavorare su cinque avrà più di 55 anni.
L’Italia va ad una velocità diversa rispetto al resto del mondo. La forza lavoro nostrana è praticamente la più datata al mondo. L’Ocse in un recente studio sui sistemi pensionistici mette a confronto l’età dei lavoratori italiani con quella dei colleghi di altri 29 Paesi. La rilevazione non è aggiornatissima, ferma al 2010, ai tempi della riforma Fornero. In Italia il 50 per cento dei dipendenti pubblici ha più di 50 anni. Molto staccate seguono Islanda, Svezia, Belgio, Germania, Stati Uniti e Giappone. Anche nel settore privato la solfa è quasi la stessa: il 41 per cento della forza lavoro è over50. Un esercito di vecchietti dietro la scrivania che, negli ultimi sette anni, è anche aumentato. Un dramma, soprattutto per i giovani. Nell’ultima rilevazione dell’Istat di gennaio 2017, il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni supera la quota del 40 per cento.