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Le Cause della Brusca Frenata nella Crescita Giapponese: Contrazione dei Consumi Pari all’1.3% e Attività Manifatturiera in Calo

L’economia giapponese, che può fregiarsi di uno sviluppo esemplare negli ultimi decenni, ha subito una forte contrazione nel primo trimestre del 2018, con un calo pari allo 0.2%, ovvero lo 0.6% su base annua.

Si tratta di una brusca interruzione di una lunghissima fase di espansione che durava da otto trimestri e che ha segnato il più lungo periodo di crescita degli ultimi 28 anni.

Alla base degli ottimi risultati, la svalutazione dello yen che ha garantito buoni volumi di esportazioni.

Tuttavia, si registra adesso una stagnazione dei consumi nipponici, che contribuiscono al PIL per il 60% del totale.

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Secondo i dati più recenti, le spese delle famiglie sono diminuite dello 0.5% in termini nominali e dell’1.3% in termini reali, dopo aver registrato un calo dello 0.9% a Febbraio e dello 0.7% a Marzo. La media attuale si attesta a quota 294.439 yen.

Anche l’attività manifatturiera in Giappone è stata interessata da una seria diminuzione a maggio, con un indice PMI manifatturiero, realizzato da Nikkei, sceso a 51 punti, contro i 52,5 di aprile.

I principali economisti internazionali precisano che è ancora troppo presto per parlare di recessione, ma occorre che i dati fin qui esposti migliorino entro la fine di Giugno, così da venir agevolmente mitigati nella seconda metà dell’anno.

Stando ai risultati presentati in queste ore, i giapponesi hanno ridotto i loro consumi nel settore automotive, delle utilities e dei viaggi domestici.

Joe Hayes, economista per IHS Markit, ha dichiarato che ci sono segni preoccupanti di un deterioramento della domanda interna, con vendite caratterizzate dalla più modesta crescita degli ultimi due anni.

Ciò che si teme maggiormente è che, a prescindere dall’effettivo stato di recessione – che, si ricordi, prevede almeno due trimestri consecutivi di contrazione – la debolezza dell’economia Giapponese possa rendere il Paese del Sol Levante più dipendente dalla domanda estera, che in questo periodo è a rischio a causa delle politiche protezionistiche degli USA.

Inoltre, la contrazione dei consumi potrebbe impedire il raggiungimento del target inflazionistico del 2% che la Banca del Giappone si aspettava di toccare entro il termine dell’anno.


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Secondo Makoto Sakurai, membro del consiglio della Banca del Giappone, non vi è ancora nulla da temere: l’economia Giapponese sta continuando la sua, seppur moderata, espansione, con una crescita stabile in diversi settori e alti livelli di spesa pubblica. Lo sviluppo continuerà quindi, spinto da misure fiscali stimolanti. Tuttavia, anche Sakurai non può non fare a meno di citare le politiche protezionistiche di Trump, già criticate dal Giappone in più occasioni, e che sicuramente saranno argomento di profonda discussione nel corso del G7, che si terrà in Canada l’8 e il 9 Giugno.

 

This article was originally posted on FX Empire

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