Le Criptovalute Come Strumento di Emancipazione per le Minoranze
La tecnologia blockchain è stata inizialmente pensata come mezzo per decentralizzare l’economia e la finanza in modo da distribuire la ricchezza fra le persone in modo equo, come dimostrato anche dalla massiccia adozione di tale tecnologia da parte di molti tra i Paesi più deboli. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti – ove l’alibi dell’economia debole non regge – l’adozione delle criptovalute non si sta solo espandendo, ma si sta anche diversificando in seno alle differenti comunità etniche, i differenti gruppi di età e le differenti categorie sociali.
Un recente sondaggio di USA Today ha rilevato che i gruppi di minoranza negli Stati Uniti hanno maggiori probabilità di detenere asset crittografici. Il sondaggio evidenzia che quasi il 23% dei neri americani e il 16% degli ispanici americani possiedono criptovalute. Nel confronto, i bianchi americani hanno tassi di proprietà notevolmente inferiori, pari a circa l’11%. Non stupisce quindi che anche la conoscenza e la consapevolezza dell’universo crypto risultino maggiori in questi gruppi di minoranze: quasi la metà di tutti gli intervistati neri, asiatici e ispanici ha affermato di avere familiarità con le criptovalute, rispetto al 37% degli intervistati bianchi.
La Diffusione dei Token LGBTQ
La sorpresa, invece, è che non sono solo le minoranze razziali negli Stati Uniti ad essere aperte alla nuova tecnologia, poiché lo stesso sondaggio ha rilevato che il 25% degli americani LGBTQ possiede un wallet in criptovaluta, rispetto al 13% di coloro che si dichiarano etero. I token LGBTQ sono stati ammessi agli scambi già da alcuni anni e questa comunità li ha usati anche come mezzo per diffondere la conoscenza del meccanismo delle crypto in modo da responsabilizzare gli utenti. Nel tempo, diversi esponenti della comunità LGBTQ hanno affermato che l’ecosistema crypto consente di sfuggire alle barriere di sistema che esistono nella finanza tradizionale, permettendo loro di cogliere maggiori opportunità finanziarie.
Questo punto di vista è stato confermato appieno dal sondaggio di USA Today che evidenzia risultati sulla stessa linea. Viene evidenziato infatti che il 39% degli appartenenti alla comunità LGBTQ ritiene di essere stato almeno una volta nella vita trattato ingiustamente dal settore bancario, particolarmente quando si parla di prestiti. Il dato sale al 43% fra gli afroamericani, in contrasto con il 28% degli intervistati bianchi. Inoltre, il rapporto ha rilevato che il 58% dei neri americani, il 66% degli ispanici americani e il 59% degli LGTBQ hanno affermato di aver perso la fiducia negli istituti bancari tradizionali poiché “non sono destinati a persone come me”.
La Natura più Equa delle Crypto
Un altro studio recente sugli investitori di criptovalute americani aveva scoperto che la loro demografia è ampiamente diversificata rispetto a quella degli investitori nel mercato azionario. Il rapporto ha rilevato che i proprietari di criptovalute hanno maggiori probabilità di essere più giovani e più diversificati in termini di razza, etnia, genere e gruppi di reddito. Questi risultati indicano una natura più “equa” dell’industria delle criptovalute rispetto alle istituzioni finanziarie tradizionali, in particolare nell’opportunità che viene offerta dall’esistenza di questa nuova forma di investimento alle comunità più trascurate.
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