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Tra le macerie di Irpin e Kharkiv, gli abitanti si domandano dove tornare

Il ponte di Irpin potrebbe rimanere come si presenta oggi, in rovina, per ricordare gli ucraini morti a causa dell'invasione russa. Intanto nelle zone dove sono cessati i combattimenti lentamente si tenta di dare una parvenza di normalità. In uno degli ultimi messaggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato gli Stati Uniti. Per ricostruire Irpin ci vorrà più di un miliardo di euro e quindi gli aiuti che giungo d'oltreoceano sono i benvenuti. Washington avrebbe stanziato altri 40 miliardi di dollari di aiuti per l'Ucraina e per Zelensky questo è un sostegno alla libertà in Europa.  Stando alle parole del presidente ucraino la situazione nel Donbas resta  molto difficile. Come nei giorni precedenti, l'esercito russo tenta di attaccare Sloviansk e Severodonetsk. Le forze armate ucraine almeno in parte resistono bloccando i piani offensivi russi.

Alla centrale di Kakhovka

Le truppe russe intanto sorvegliano la centrale idroelettrica di Kakhovka posta sul fiume Dnepr. Secondo i filorussi, precisamente per il responsabile dell'amministrazione civile e militare del distretto amministrativo di Kakhovka, i russi hanno protetto la centrale dai sabotaggi e la Crimea sarebbe stata rimessa in rete.

La spettrale Kharkiv

Anche Kharkiv è in rovina, i vasti condomini abitativi di epoca sovietica sono spesso semidistrutti, toccati dai danni collaterali che ogni guerra implica col suo corredo di lutti e sciagure. Gli anziani e le giovani coppie tentano di ritornare in quelle che erano le loro abitazioni ma non è facile perché nei quartieri manca ancora tutto e poi ci sono coloro che tornano e non trovano più la casa oppure è diventata del tutto inagibile. Insomma tornare a volte diventa impossibile.