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L'Europa si riprende con i dati macro. Piazza Affari incerta

Il quarto trimestre dell'anno si è aperto bene per la piazza azionaria giapponese che dopo la flessione di venerdì scorso ha ritrovato la via dei guadagni. Sulla scia della buona chiusura di venerdì scorso a Wall Street, l'indice Nikkei 225 ha guadagnato lo 0,9% approfittando anche dell'indebolimento dello yen nei confronti del dollaro.

In positivo le Borse europee che oggi dovrebbero registrare volumi di scambi inferiori alla media per via della chiusura del mercato azionario tedesco per festività. Gli indici del Vecchio Continente dopo un avvio incerto sono riusciti ad imboccare la via dei guadagni e ora vedo il Ftse100 in ascesa dell'1,05%, seguito dal Cac40 che sale dello 0,3%.

I timori sulla crisi di Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) sono in parte rientrati dopo aver appreso che la banca tedesca starebbe per accordarsi con il Dipartimento della Giustizia americana su una multa di 5,4 miliardi di dollari, ben al di sotto dei 14 miliardi proposti dalle autorità statunitensi.

Sul fronte macro in Europa è stato diffuso il dato finale dell'indice PMI manifatturiero di settembre attestatosi a 52,6 punti, rispetto ai 51,7 della lettura precedente, in linea con le attese degli analisti.
Lo stesso dato in Germania è stato pari a 54,3 punti, in rialzo rispetto ai 53,6 di agosto e in linea con le previsioni, mentre l'indice PMI manifatturiero in Francia nella versione definitiva di settembre si è attestato a 49,7 punti, al di sopra dei 49,5 stimati e in rialzo rispetto ai 48,3 del mese precedente.

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Buone notizie infine per l'Italia dove l'indice PMI manifatturiero è aumentato da 49,8 a 51 punti, superando le previsioni del mercato che puntava ad un incremento meno marcato a 50,1 punti.

Proprio quest'ultimo dato contribuisce a dare un parziale sostegno a Piazza Affari che dopo un avvio debole ha invertito la rotta, salvo poi fare nuovamente retromarcia e presentarsi negli ultimi minuti in area 16.400 punti, con un frazionale vantaggio dello 0,02%.

Tra le blue chips in controtendenza troviamo A2A (Other OTC: AEMMF - notizie) che perde l'1,2% dopo che Kepler Cheuvreux ha cambiato strategia sul titolo da "buy" a "hold" con un prezzo obiettivo a 1,37 euro.
Deboli anche Buzzi Unicem (Londra: 0NVQ.L - notizie) e Leonardo-Finmeccanica che perdono l'1,2% e lo 0,94%, mentre Telecom Italia (Other OTC: TIAJF - notizie) arretra di mezzo punto complice la decisione di Berenberg di tagliare il target price da 1,06 a 0,78 euro, con una conferma del rating "hold".

A due velocità le banche che vedono in territorio negativo Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) e Banca Monte Paschi, in rosso dell'1% e dello 0,75%, mentre Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) cede mezzo punto, preceduto da Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che flette dello 0,68%. Secondo alcuni rumors la BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) avrebbe richiesto a Ubi Banca un aumento di capitale da 600 milioni di euro prima di dare il via libera all'acquisto di 3 delle 4 good bank.
Poco sotto la parità Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Banca Popolare dell'Emilia Romagna che perdono lo 0,2%e lo 0,12%, mentre si muovono in positivo Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) che salgono entrambi di oltre il 2%.

In rally di quasi il 5% Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) dopo che è stato completato il processo di riorganizzazione, a seguito del quale avverrà la cancellazione da parte di Banca d'Italia dall'albo delle sim. Entro 30 giorni dalla cancellazione sarà corrisposto il restante dividendo da 1 euro per azione.
Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) settore del risparmio gestito bene anche Banca Mediolanum che avanza dell'1,95%, mentre FinecoBank (MDD: FBK.MDD - notizie) cala dello 0,58%.

In ascesa dell'1,77% Fca in attesa dei dati sulle vendite di auto in Italia che saranno diffusi a mercati chiusi con riferimento al mese di settembre.

Sul fronte macro Usa si segnala l'indice ISM manifatturiero che a settembre dovrebbe salire da 49,4 a 50,5 punti, mentre le spese per costruzioni ad agosto dovrebbero calare dello 0,2% rispetto alla lettura invariata di luglio.

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