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L'ex ct Berruto: "Una pallavolista afghana mi ha chiesto aiuto. L'ho portata in Italia"

(Photo: Getty/Twitter)
(Photo: Getty/Twitter)

Safiya, giovane pallavolista afghana, è arrivata in Italia. E’ riuscita a scappare dall’orrore di Kabul, dove i talebani hanno ucciso una collega. La foto del suo cadavere è stata fatta circolare tra le compagne di squadra, monito per ciò che sarebbe accaduto loro, colpevoli di aver giocato a pallavolo senza hijab. Safiya adesso è al sicuro, racconta Mauro Berrutto, ex ct della nazionale e oggi responsabile sport del Pd, che ha collaborato all’espatrio.

Si legge su Repubblica:

“Non conoscevo neanche questa ragazza. Per un singolare meccanismo di triangolazione, che ha fatto sì che circolino i numeri di chi si sta dando da fare per aiutare chi è rimasto bloccato laggiù, mi è arrivato un suo messaggio via whatsapp. Era disperata. Ogni notte mi mandava video agghiaccianti: il buio di Kabul squarciato da esplosioni e colpi di arma da fuoco. In più lei non aveva neanche il passaporto dietro, insomma farla uscire da lì sembrava impossibile»

Safiya invece ce l’ha fatta, grazie al lavoro dei diplomatici italiani e al suo coraggio, motivata a distanza da Berruto, che la incitava a fuggire. Il ct ha riassunto in una serie di tweet quanto accaduto, accompagnati da uno scatto degli occhi dell’atleta.

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“Il primo contatto 28 giorni fa: la foto della tua compagna di squadra uccisa perché giocavate a pallavolo senza hijab” ha scritto Berruto, “I 20 giorni nascosta a Kabul. Un video al buio con gli spari di talebani che cercano porta a porta. L’unica via d’uscita è il confine. ‘Mi uccidono’, ‘Dobbiamo provare’, ‘Stanotte ci provo’. 20 ore di silenzio assoluto poi un messaggio: ‘Sono passata!’; I check point dove non potevi neanche respirare. ‘Ho paura, cosa devo fare?’ ‘Siamo al tie-break, non ci fermiamo si sicuro adesso’. Il lavoro gigantesco dei nostri diplomatici. 10 ore in viaggio, sola, senza documenti in un Paese che non è il tuo. ‘Il visto c’è!’; il biglietto in mano, ma all’aeroporto la polizia ti caccia; ‘Ho perso il volo, sono disperata. Fai qualcosa ti prego’. ‘Ci riusciamo, promesso’. Stanotte la foto di un pass, il timbro ‘exit’; ‘Sono sull’aereo, sto nascendo una seconda volta’. La sigla del volo, la scritta ‘Departed’. I tuoi vent’anni e tutti quelli che avrai davanti, da donna libera. I tuoi occhi stupiti, stanotte. Abbiamo vinto. Benvenuta in Italia, S”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.