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Liberalizzazione orari dei negozi, pro e contro

Luigi Di Maio (Getty)
Luigi Di Maio (Getty)

Negozi aperti 24 ore al giorno, compresi i festivi. Giusto o sbagliato? “Ci hanno reso più poveri”, attacca in un post su Facebook il deputato del M5S e vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio. “Noi siamo favorevoli al fatto che gli esercizi commerciali possano aprire nei festivi”, è la replica del senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.

La polemica sull’apertura del centro commerciale di Serravalle nel giorno di Pasqua ha infiammato il dibattito politico degli ultimi giorni. In tema liberalizzazioni, Di Maio ha scritto sulla sua pagina Facebook: “In questi giorni – si legge nel post – si discute degli orari di lavoro dei dipendenti dei centri commerciali, ed è giusto ricordare che anche i commercianti delle città italiane insieme ai loro dipendenti ormai sono costretti a inseguire questo ritmo forsennato dettato dai megastore”. Con un effetto trascurabile, secondo il deputato pentastellato, sugli incassi che “è stato praticamente nullo, perché si sono spalmati gli stessi introiti su 7 giorni”. Per Di Maio “le liberalizzazioni sfrenate hanno fallito, dovevano essere il volano dell’economia, ci stanno rendendo addirittura più poveri. Non è solo una questione economica, ma di serenità familiare e di felicità personale”.

Il ddl che il M5S ha presentato tre anni fa e fatto approvare alla Camera, sugli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali “che cerca di ridare dignità a dipendenti ed esercenti” è fermo. “Il Partito democratico lo tiene bloccato al Senato e non ci permette di approvarlo definitivamente”, conclude Di Maio. Pronta al replica del sottosegretario Della Vedeva, che sempre su Facebook risponde sull’argomento. “Oggi dopo 25 anni la Reggia di Caserta è stata di nuovo riaperta al pubblico nel giorno di Pasquetta – si legge -, eppure ci sono politici come Luigi Di Maio, campano peraltro, che pensano che le aperture domenicali e festive sfaldino le famiglie”. Il problema è anche legato al “sottofondo classista” che Della Vedova individua “nella richiesta di chiusura dei centri commerciali alla domenica” che invece “portano in Italia come altrove maggiore occupazione e buste paga più pesanti per chi decide liberamente di lavorare nei giorni festivi”.