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L'idea "buffa" di Buffett: come fare il +463% sul Dow Jones

Con un dollaro sempre più incanalato verso la strada di un implicito accomodamento, vuoi per dare fiato agli emergenti, vuoi per quello 0,5% sul Pil del primo trimestre Usa che non ha convinto tutti, è facile prevedere che la forza delle altre principali valute, in primis l’euro, resterà ancora vigorosa per molto tempo.

L'idea "buffa" di Buffett

Ma i tassi bassi , ancora prossimi allo 0, potrebbero avere un’altra conseguenza. A dichiararlo , qualche giorno fa, Warren Buffett, l’ultraottuagenario investitore il quale non esita a confessare che, secondo la sua idea, nel caso in cui il costo del biglietto verde dovesse mantenersi ancora a livello minimo, se non proprio a zero per i prossimi decenni, si vedrebbe un rally senza precedenti sull’azionario. La forbice di tempo da lui presa in considerazione è quella dei prossimi 50 anni, durante i quali il Dow potrebbe toccare quota 100mila punti con una performance di oltre il 460% con le società quotate che scambierebbero a 100 o anche 200 volte gli utili.

Assurdo?

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In realtà sarebbe sembrato assurdo a molti se, anche solo 5 anni fa, qualcuno avesse detto che nel 2016 i tassi negativi sarebbero stati praticamente la norma per le banche centrali, quindi non dovrebbero spaventare più di tanto dichiarazioni del genere. Una dimostrazione indiretta anche di un’altra realtà e cioè che ai mercati quello che piace ancora meno dei tassi negativi è l’incertezza dei tempi che stiamo vivendo. Guardando al panorama statunitense, ancora, un’ulteriore incertezza è data dalla presenza di un fattore che sarà determinante per i prossimi 4 anni se non oltre e cioè le elezioni del presidente degli Stati Uniti d’America. Anche a questo proposito Buffett si espone con il suo proverbiale ottimismo. Di fronte alla domanda su chi tra i due potenziali pretendenti, Hillary Clinton o Donald Trump, fosse migliore sul fronte dell’economia,Buffett ha prontamente risposto: non sarà questo il problema principale. La sua teoria? Avendo una carriera che supera il mezzo secolo è anche in grado di affermare che le buone aziende operano bene e traggono profitti a prescindere dal clima elettorale e dal colore politico dell’inquilino della Casa Bianca.

Un ottimismo che spiega la sua teoria sui 100mila punti per il Dow. Che sia possibile o no, resta il fatto che le regole sui mercati vengono sistematicamente sovvertite da diverso tempo. E un Dow a 100mila potrebbe non essere fantasia. Nel 2066.

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