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L'immobilismo delle Banche Centrali non piace. Borse in calo

Un brutto risveglio quest'oggi per la piazza azionaria giapponese che è stata travolta dalle vendite dopo il timido rimbalzo della vigilia. L'indice Nikkei 225 ha terminato gli scambi con un affondo del 3,05%, dopo che la Bank of Japan ha deciso di non modificare la sua attuale politica monetaria. Ha prevalso un atteggiamento attendista in vista del referendum sulla Brexit in agenda il prossimo 23 giugno.
In attesa di tale evento anche la Fed ieri ha confermato le sue scelte di politica monetaria, segnalando la presenza di segnali misti che arrivano dall'economia.

L'immobilismo delle Banche Centrali non è piaciuto agli investitori, tanto che le Borse europee dopo il rimbalzo di ieri hanno ripreso subito la via delle vendite. Il Ftse100 scende dello 0,62%, mentre il Dax30 e il Cac40 arretrano rispettivamente dello 0,73% e dello 0,71%.

In Europa è stato diffuso poco fa il dato finale dell'inflazione di maggio che ha evidenziato una variazione positiva dello 0,4% rispetto allo 0,3% previsto, mentre la versione "core" è salita dello 0,2%.
In tarda mattinata è atteso il responso della Bank of England sui tassi di interesse che non dovrebbero subire variazioni, rimanendo fermi allo 0,5%, mentre nel pomeriggio avrà inizio una riunione dell'Eurogruppo.

A pagare il conto più salato è Piazza Affari dove il Ftse Mib scivola in area 16.300, con un calo dell'1,39%.
Tra le poche blue chips capaci di muoversi in controtendenza troviamo Azimut (Milano: AZM.MI - notizie) che sale dell'1,55% grazie alle indicazioni del Credit Suisse (Londra: 0QP5.L - notizie) che ha deciso di avviare la copertura sul titolo con una raccomandazione "outperform" e un prezzo obiettivo a 21,4 euro.
Sopra la parità anche Terna (Amsterdam: TX6.AS - notizie) e Mediaset (Londra: 0NE1.L - notizie) che salgono dello 0,29% e dello 0,23%, mentre Salvatore Ferragamo (Londra: 0P52.L - notizie) mostra un frazionale rialzo dello 0,05%.

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Le vendite si concentrano ancora una volta sui bancari con Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Banca Monte Paschi che affondano di oltre il 4%, seguiti da Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che flettono del 3,58% e del 3,2%. In rosso di circa due punti e mezzo Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , mentre Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) cala del 2,17%, tallonato da Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) che arretra del 2,07%.

In rosso di quasi il 3% Fca malgrado le buone indicazioni sulle immatricolazioni di auto in Europa, ma ad appesantire il titolo è la bocciatura di Citigroup (NYSE: C - notizie) che ha ridotto la raccomandazione a "sell".

Sul fronte macro Usa oggi si conosceranno le nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero aumentare da 264mila a 270mila unità. Per la bilancia delle partite correnti relativa al primo trimestre si prevede un saldo negativo di 125 miliardi di euro, in lieve miglioramento rispetto al rosso di 125,31 miliardi dei tre mesi precedenti.

L'indice dei prezzi al consumo a maggio dovrebbe mostrare una variazione positiva dello 0,3% rispetto allo 0,4% precedente, mentre l'inflazione "core" dovrebbe rimanere invariata a +0,2%.
L'indice Philadelphia Fed dovrebbe salire a giugno da -1,8 a +1,2 punti, mentre l'indice Nahb a giugno è atteso in rialzo da 58 a 59 punti.

Da seguire Oracle (Hannover: ORC.HA - notizie) che dopo la chiusura di Wall Street presenterà i risultati degli ultimi tre mesi, dai quali ci si attende un utile per azione pari a 0,82 dollari.

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