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Lista Falciani: così gli evasori italiani possono farla franca

Lista Falciani: così gli evasori italiani possono farla franca

Mentre in Francia sono già partite 103 denunce verso alcuni dei nomi inseriti nella famosa "Lista Falciani", con l'accusa di aver esportato illegalmente capitali presso la banca Hsbc, i 7.500 italiani presenti nello stesso elenco (ma non è detto che tutti i titolari dei conti siano evasori) rischiano di farla franca. E' quanto emerge da un esame della situazione dei nostri concittadini, alla luce delle norme da poco approvate.

Situazione in divenire
Nei giorni scorsi è stato pubblicato l'elenco di circa 100mila persone inserite nella lista che Hevre Falciani ha sottratto alla filiale svizzera di Hsbc presso cui lavorava. Nel 2008 la banca lo ha accusato di avere sottratto illegalmente le informazioni, ma il suo arresto in Costa Azzurra su richiesta si è trasformato un autogol, dato che Falciani ha collaborato con i magistrati francesi e consegnato gli elenchi dei conti. Nell'elenco figurano nomi noti come la modella Elle MacPherson, l'attore John Malkovic, l'ex-ferrarista Fernando Alonso e diversi vip italiani come Valentino Rossi, Flavio Briatore e lo stilista Valentino.
Negli Stati Uniti è stata adottata una normativa che ha spinto anche altri istituti elvetici a porre fine al segreto bancario e a rifondere lo Stato a Stelle e Strisce per i mancati introiti negli anni. Ieri si è saputo che anche la Francia è intervenuta con durezza sul punto: il premier Manuel Valls ha fatto sapere di aver già avviato controlli in merito su 2.300 posizioni, tanto che sono state sporte 103 denunce per i casi più problematici e "sono stati richiesti risarcimenti consistenti ai contribuenti interessati", secondo quanto dichiarato dallo stesso Valls.

Normativa incerta
E l'Italia? Al momento non c'è chiarezza sulla situazione degli evasori di casa nostra. In Francia è intervenuta la Corte di cassazione per stabilire che il materiale sequestrato nel computer di Falciani può essere utilizzato come fonte di prova, mentre da noi la Suprema Corte non si è ancora espressa sul punto, mentre la giurisprudenza ha affrontato casi analoghi del passato con un atteggiamento ondivago, che non chiarisce se d'ora in avanti siano utilizzabili o meno file sottratti ai titolari.
A questo proposito va detto che i vip inseriti nell'elenco si sono difesi sottolineando che la loro posizione è legittima, e su questo toccherà agli inquirenti stabilire la verità, ma intanto ci sono alcuni fattori che fanno temere una sanatoria. Innanzitutto c'è il precedente della Lista Vaduz, resa nota nel bel mezzo della campagna elettorale del 2008, con 390 posizioni di imprenditori e vip con depositi nascosti in Lichstein. Pochi anni dopo, tutte le posizioni sono state archiviate perché, secondo la legge italiana, "se le informazioni conosciute appaiono di interesse per lo Stato ricevente, per finalità diverse da quelle indicate, lo Stato non potrà utilizzarle per queste finalità» diverse, "ma dovrà fare ricorso agli strumenti specificatamente designati a tale scopo". Occorreva, in sostanza, una rogatoria internazionale, che tuttavia non avrebbe potuto produrre i risultati attesi stante l'esistenza di paradisi fiscali che si opponevano alla trasparenza. Oggi sembra in dirittura d'arrivo un accordo con la Svizzera per lo scambio di informazioni, e altre intese potrebbero seguire a breve, ma verosimilmente varranno per il futuro e non per il passato.

La scappatoia della voluntary disclosure
A tutto ciò va aggiunta la novità della legge sulla voluntary disclosure da poco approvata: non si tratta di un verso e proprio condono, ha ripetuto a più riprese il Governo italiano, dato che dato che gli evasori dovranno pagare tutte le imposte dovute negli anni e anche delle sanzioni, anche se queste ultime solo in forma ridotta. Il risultato sarà, comunque, una sanatoria della posizione illecita (anche sul piano penale), che varrà come un colpo di spugna sul passato. L'auspicio è che l'annunciata fine dei paradisi fiscali si concretizzi davvero. Altrimenti gli evasori continueranno a commettere illeciti in attesa della prossima sanatoria.