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Lodo Mondadori, Cassazione riduce di poco risarcimento, Fininvest deve 540 milioni a Cir

ROMA (Reuters) - La Corte di Cassazione, nella sentenza depositata oggi che conclude in via definitiva il procedimento civile sul Lodo Mondadori, ha respinto la maggior parte dei motivi di ricorso presentati da Fininvest, confermando la struttura della decisione di appello ma riducendo di circa 24 milioni di euro il risarcimento riconosciuto alla Cir, che passa così da 564 a circa 540 milioni.

Lo si legge nella sentenza di 185 pagine redatta dalla Terza Sezione Civile della Cassazione. Una decisione che, dopo la condanna definitiva di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, appare come un ulteriore motivo di preoccupazione sulla stabilità del governo di larghe intese.

Quella scritta oggi è la pagina finale sulla cosiddetta "guerra di Segrate" per il controllo della Mondadori che, dopo la condanna penale definitiva del 2007 per corruzione giudiziaria, fra gli altri, di Cesare Previti e del giudice Vittorio Metta, è passata per tutti e tre i gradi del giudizio civile con un risarcimento a Cir che dalla cifra iniziale di 750 milioni di euro del Tribunale si è "ridotto" sino all'entità fissata oggi.

I supremi giudici, in sostanza, nel loro giudizio di legittimità non sono intervenuti nel merito e hanno di fatto concordato con i colleghi di appello nel ritenere che dalla responsabilità penale di Previti nella corruzione del giudice Metta, che nel 1991 annullando il lodo arbitrale diede ragione a Fininvest dando di fatto l'avvio al controllo della Mondadori da parte di Berlusconi, discende la responsabilità civile di Fininvest nel procedimento risarcitorio a favore di Cir.

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Va ricordato che Berlusconi, inizialmente imputato con Previti per i 400 milioni di lire finiti a Metta, venne prosciolto per prescrizione nel 2001 in udienza preliminare grazie alle attenuanti e al fatto che gli venne contestata la corruzione semplice, e non quella giudiziaria.

ACCOLTO UNO DEI RICORSI FININVEST

Quello su cui invece sono intervenuti i giudici della Cassazione, a parziale riforma della sentenza di appello, è l'annullamento senza rinvio del capo della sentenza in cui i giudici di appello avevano riconosciuto la liquidazione a Cir in via equitativa stimata dai giudici di Milano nel 15% del danno patrimoniale liquidato.

In particolare, la Cassazione ha accolto il tredicesimo motivo di ricorso di Fininvest relativo alla "liquidazione, in via equitativa, del danno conseguente alla pretesa diversità di situazione di mercato in cui ebbe a versare Cir in epoca immediatamente precedente il deposito del lodo".

I giudici definiscono questa parte del danno patrimoniale riconosciuto dai giudici di appello come frutto di "valutazione del tutto ipotetica e, quel che più conta, di riconoscimento di un danno del tutto ipotetico". E quindi la Cassazione stabilisce che "il relativo capo di sentenza deve essere cassato senza rinvio, con conseguente detrazione della complessiva somma dovuta alla Cir dell'equivalente importo di lire 46.552.025.071 a tale titolo liquidati".

Per questo quindi, avendo accolto uno dei motivi di ricorso, la Cassazione non ha condannato Fininvest al pagamento della totalità delle spese processuali, ma a quello della metà delle spese di Cassazione sostenute da Cir, liquidate in 900.200 euro.

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