Lombardia, il retroscena: migliaia di guariti conteggiati come positivi
Mentre mancano poche ore all’ingresso della Lombardia in zona arancione, è scontro sui dati dei contagi da coronavirus trasmessi dalla regione al governo. Il problema, come riporta il Corriere della Sera, è che il numero di casi indicati dalla Regione su cui viene calcolato dall’Istituto superiore di sanità l’Rt è stato sovrastimato.
Tra i casi conteggiati come infetti ci sono anche centinaia di guariti. Tra questi, soprattutto coloro che dal 12 ottobre, in base alle nuove norme del ministero, possono interrompere l’isolamento tra i 10 e i 21 giorni dalla comparsa dei sintomi senza più il doppio tampone negativo. Nei report, loro compaiono come persone con “inizio sintomi”, senza la descrizione dello stato clinico e cioè asintomatico, paucisintomatico, sintomi.
Così, se tale campo non viene compilato, quando guariscono non vengono depennati. Così entrano nel conteggio ma non escono mai. “Quel campo non è obbligatorio, è sbagliato forzarlo”, hanno fatto sapere dagli uffici della Prevenzione di Regione Lombardia.
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In merito alle responsabilità del conteggio errato, nella relazione dell’Istituto superiore di sanità di ieri si legge: “Il 20 gennaio 2021, la Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento del suo database. Si constata una rettifica dei dati relativi anche alla settimana 4-10 gennaio 2020, che riguarda il numero di casi in cui viene riportata una “data di inizio sintomi” (...) per cui viene data una indicazione di stato clinico laddove prima era assente”.
Così, “I dati forniti dalla Lombardia cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Alla luce della rettifica si rende necessaria una rivalutazione” della zona rossa.
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