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L'Opec infiamma il petrolio. Dubbi e previsioni degli analisti

Prosegue inarrestabile l'ascesa del petrolio che ieri ha chiuso le contrattazioni con un rally quasi a due cifre, visto che i corsi si sono fermate a 49,44 dollari, con un progresso del 9,43%, vivendo la miglior seduta degli ultimi 9 mesi. La corsa all'acquisto della vigilia trova un seguito quest'oggi, visto che l'oro nero dopo aver sfondato la soglia dei 50 dollari al barile punta ancora più in alto e negli ultimi minuti viene fotografato a 50,7 dollari, con un progresso del 2,57%.

I dettagli dell'accordo Opec sul taglio alla produzione

A scatenare gli acquisti sul greggio è l'accordo raggiunto ieri dall'Opec per tagliare la produzione di oro nero di circa 1,2 milioni di barili al giorno rispetto ai livelli di ottobre, portando il tetto a 32,5 milioni di barili giornalieri, a partire da gennaio prossimo e per 6 mesi prorogabili.

Il Cartello nel comunicato stampa diffuso ieri ha fatto sapere di poter contare sulla collaborazione della Russia e di altri produttori non Opec, per una riduzione di ulteriori 600mila barili al giorno.
La riduzione più significativa dovrebbe arrivare dall'Arabia Saudita con un taglio di 486mila barili bal giorno, mentre all'Iran è stato concesso di aumentare la produzione di 90mila barili al giorno.

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Gli effetti sul greggio e le previsioni di Equita SIM

L'Opec ha evidenziato che il taglio della produzione ha l'obiettivo di ridurre l'eccesso di rimanenze e non ottenere prezzi più alti del greggio. Al momento è questo l'effetto che si è avuto sul mercato, con un netto incremento delle quotazioni e gli analisti di Equita SIM ritengono che l'accordo migliori significativamente il sentiment sul settore nel breve termine.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso in cui l’accordo trovasse effettiva implementazione, la SIM milanese ritiene che nella prima metà del 2017 lo scenario di prezzi più probabile sia pari a 50-60 dollari al barile. Al momento l'ipotesi di Equita SIM per il prossimo anno è di 50 dollari, contro i 55 dollari indicati dal consensus.

I dubbi sull'effettiva implementazione del taglio

Qualche dubbio sull'effettiva implementazione del taglio annunciato viene espresso dagli economisti di Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) che però parlano di un accordo più ampio di quello atteso dal mercato e questo giustifica la forte reazione al rialzo delle quotazioni dell'oro nero.

Anche gli analisti di Fitch non fanno mistero dell'esistenza di rischi e dubbi sull'effettivo mantenimento delle promesse da parte dei membri dell'Opec e dei Paesi non-Opec come la Russia. L'agenzia di rating aggiunge però che anche solo l'annuncio dell'accordo potrebbe mettere fine all'eccesso di offerta del mercato del petrolio.

Le previsioni di Hsbc e di Danske Bank (Londra: 0NVC.L - notizie) sulle quotazioni del petrolio

Non diversa l'indicazione che giunge da Hsbc, i cui analisti, alla luce di quanto avvenuto in passato quando non c'è stata molto coerenza nel rispetto degli impegni presi dai membri dell'Opec, invitano a fare attenzione e a non credere troppo all'accordo annunciato ieri. Quanto alle previsioni per il Brent, Hsbc si aspetta una media di 60 dollari al barile nel 2017, per poi salire ai 75 dollari l'anno successivo.

A vedere ulteriori rialzi per il greggio è Danske Bank secondo con una corretta implementazione dell'accordo avrà l'effetto di spingere ancora più in alto le quotazioni, prevedendo un'ulteriore rialzista dell'oro nero nel 2017.

La view di Deutsche Bank (IOB: 0H7D.IL - notizie)

Infine, sono scettici gli analisti di Deutsche Bank che da una parte parlano di un accordo più positivo di quanto atteso da molti, ma dall'altra sono dubbiosi sull'effettiva riduzione della produzione, in particolare da parte dei Paesi non-Opec. Anche per questo motivo la banca tedesca mantiene invariate le sue previsioni sul prezzo del petrolio per il 2017 a 55 dollari al barile per il Brent e a 53 dollari per il Wti.

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