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Macron ha vinto. E adesso?

Emmanuel Macron è il nuovo presidente della Francia e siederà all’Eliseo per i prossimi cinque anni. Adesso (IOB: 0N5I.IL - notizie) sembra sia arrivato il momento perché si possa riaprire il dossier “rilancio dell’Europa” rimasto in cerca d’autore tra Parigi e Berlino. E si tira un sospiro di sollievo ai piani alti della Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , dove già si era predisposto un piano di emergenza in caso di sconfitta e conseguente crollo dei mercati. Ma sarebbe sbagliato caricare l’effetto Macron di attese eccessive.

Stephen Mitchell, Head of Strategy, Global Equities in Jupiter Asset Management, spiega che la fase finale delle elezioni francesi si è concentrata in particolare sull’infelice 10% di tasso di disoccupazione della Francia – il doppio rispetto ai vicini Paesi del Nord Europa – più che sull’immigrazione. Gli elettori hanno scelto Emmanuel Macron per le proposte a favore delle imprese che hanno il potenziale di sbloccare gli investimenti e stimolare i mercati francesi. Hanno scelto di far pendere l’ago della bilancia dal sistema paralizzante di aumento delle tasse di Hollande a un sistema con più convenzionali tagli delle tasse e riforma del mercato del lavoro. Ora, andando verso le elezioni parlamentari di giugno, la liberalizzazione di settori chiave dell’industria è un punto centrale.

L’economia francese ha vissuto uno stallo degli investimenti e della spinta all’imprenditorialità rispetto ai vicini Paesi del Nord Europa e alla fine l’elettorato ha riconosciuto questo problema. Gli elettori francesi hanno optato per soluzioni convenzionali viste con particolare favore dalla Germania, piuttosto che per le proposte radicali di Marine Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) e del suo Front National.

Per l’Europa, questo risultato - e il solido piazzamento del partito di Angela Merkel alle elezioni dello Schleswig-Holstein di domenica – significa che gli Stati centrali d’Europa si stanno riavvicinando. Macron vuole migliorare le relazioni con la Germania, sebbene non sia del tutto estraneo alle tendenze protezioniste – spiega Stephen Mitchell -. La minaccia del populismo in Francia guadagna una tregua che sarà favorita dall’attuale momento di slancio che sta vivendo l’economia in Europa; si tratta di una tregua che richiede che Macron e il suo parlamento, quando sarà eletto a giugno, mantengano le promesse.

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I mercati avevano già scontato con fiducia questo risultato, ma gli spread sui titoli di Stato di Francia e Italia dovrebbero ulteriormente restringersi – spiega Stephen Mitchell -. Le azioni dovrebbero reagire in modo uniforme, ma per dare un seguito al recente rally è necessario valutare quali saranno le nomine chiave di Macron quando ‘En Marche’ si trasformerà da movimento a partito di governo. Il passo successivo saranno quindi le nuove nomine, tra cui quella di Primo Ministro, e per Macron il compito di supervisionare le elezioni legislative che comporranno un parlamento che dovrebbe, si spera, supportare la visione di questo giovane leader e rivitalizzare la Francia.”

Alessandro Allegri, AD di Ambrosetti Asset Management Sim, spiega che l’esito elettorale in Francia è andato nella direzione di confermare sostanzialmente le aspettative. I mercati finanziari già nelle scorse settimane scontavano nelle loro quotazioni un esito favorevole, della tornata elettorale, alla parte politica maggiormente europeista. La prima reazione dei mercati è stata cauta, con qualche flessione sul frangente azionario, non strettamente legata all’esito elettorale quanto al consolidamento degli interessanti rialzi delle sedute precedenti.

L’attualità finanziaria, fortemente influenzata da situazioni geopolitiche, non sta comunque mutando di molto il clima economico-finanziario di riferimento. Il flusso recente di dati macroeconomici continua a supportare, infatti, uno scenario positivo per l’economia mondiale, con la crescita che si avvicina ai livelli massimi raggiunti negli ultimi anni – spiega Alessandro Allegri -. La ripresa della spesa per investimenti appare ben avviata ed accompagnata, ora, da un distribuito rialzo dei profitti aziendali. In questo contesto, le differenti politiche monetarie vengono valutate come elementi di sostanziale supporto al mercato; da un lato perché ancora espansive ed accomodanti e dall’altro, in ogni caso, in quanto indirizzate all’interno di un percorso altamente scontato.

Infine lo scenario geopolitico viene ancora valutato come il principale fattore di potenziale rischio per lo sviluppo dei mercati e dunque i prossimi mesi si preannunciano come particolarmente impegnativi sotto questo punto di vista, soprattutto in area Euro. Le principali indicazioni vanno comunque a sostegno dei mercati azionari in un’ottica strategica mentre gli strumenti obbligazionari si candidano ad essere gli asset con meno valore potenziale e più rischi prospettici.

L’ANALISI TECNICA

Le azioni, nonostante l’incertezza iniziale, proseguono a crescere a livello globale, seppure in maniera contenuta, mentre si deve segnalare la continuazione della sovraperformance delle Borse dell’area Euro e soprattutto dei mercati Emergenti, a livello geografico, e delle tematiche Information Technology e Consumi Ciclici sul lato settoriale – spiega Alessandro Allegri -. I numeri parlano di un indice azionario globale (Msci World) cresciuto del +1.00% con Francia e Spagna, in Europa, oltre il +2%. Crescono molto inoltre Turchia (+6.42%) e Sud Africa (+3.38%). Per le obbligazioni è stato un mese di transizione con poche novità che consegnano risultati positivi su tutti i fronti, con Corporate, High Yield ed Emergenti che fanno meglio rispetto ai Governativi. Cresce ancora l’Oro (+1.52%) mentre il Petrolio fatica (-3.47%). A livello valutario, l’attualità politica sostiene la divisa Inglese in generale mentre l’Euro si apprezza verso Dollaro, Yen e Franco Svizzero. Sul lato mercati una certa rotazione sembra essere avvenuta fra Stati Uniti ed area Euro, oggi in recupero di forza e sostenuta da dati macroeconomici più stabili e positivi che fanno da solido contorno ad una fase elettorale sicuramente impegnativa.

L’ASSET ALLOCATION

In questo scenario Alessandro Allegri adotta una asset allocation ancora orientata ai mercati azionari con i mercati Emergenti, in particolare, che presentano un'impostazione positiva in termini di attese, mentre il nostro outlook su USA e Euro rimane sostanzialmente neutrale. Le negatività maggiori, in ottica strategica, restano concentrate sul frangente obbligazionario che si presenta come l’asset class con meno valore potenziale e più rischi prospettici anche se, nell’imminente, continua a consegnare risultati stabili e resta supportata da un andamento generale dei tassi d’interesse ancora restio a sviluppare dinamiche rialziste veramente significative.

In generale stabile il fronte valutario, dove si attendono potenziali nuovi apprezzamenti della Sterlina alle prese con le contingenze dell'evento Brexit. Concludendo con le Commodities riteniamo che l’evoluzione attesa vada nella direzione di una stabilizzazione dei prezzi del Petrolio e soprattutto dell’Oro dopo le crescite degli scorsi mesi.

Per il mese di Maggio resta privilegiata, complessivamente, l’esposizione azionaria – spiega Alessandro Allegri -. Il complesso della qualità allocativa non varia. Si conferma un ruolo importante per le tematiche settoriali con una maggiore esposizione in particolare a livello globale verso i temi legati al settore finanziario, alle telecomunicazioni ed alle Utilities. In una logica geografica viene riproposto un sostanziale equilibrio tra area Euro, Usa, Giappone e mercati Emergenti. Sul frangente obbligazionario rimane prevalente la maggiore esposizione sulle tematiche a spread mentre complessivamente privilegiamo una esposizione valutaria contenuta.

Autore: Volcharts.com Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online