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Manovra correttiva di 16 miliardi entro ottobre, sale la paura del prelievo forzoso

Manovra correttiva di 16 miliardi entro ottobre, sale la paura del prelievo forzoso

Renzi-Cottarelli, il divorzio è alle porte. Sono sempre più prossime le dimissioni di Carlo Cottarelli, commissario alla spending review, dal governo del premier fiorentino.

A motivare la scelta di lasciare l'incarico per andare al FMI sarebbe stato l'emendamento, votato alla Camera nel decreto di riforma della PA, che consente 4 mila pensionamenti nella scuola di coloro "incagliati" dalla vecchia Riforma Fornero, manovra che rientra nel maxi-pensionamento anticipato degli statali di 62 anni e che costa al Governo 396 milioni di euro, da ora fino al 2018.

La scelta di Cottarelli va a rallentare ulteriormente la tabella dei lavori del Governo Renzi, che a questo punto dell'anno avrebbe già dovuto presentare la Legge di Stabilità, una manovra che prevede un taglio dei conti di circa 16 miliardi di euro. Data di scadenza della manovra: 15 ottobre 2014. Tempi troppo stretti per una non facile correzione di conti. Non è una passeggiata, perché bisogna coprire il famoso bonus di 80 euro (per un totale di 10 miliardi di euro l'anno), ridurre il deficit pubblico entro il 2015, vanno finanziate le missioni militari e i fondi di cassa integrazione per chi non lavora più. Tagli di spesa ereditati dalla finanziaria del Governo Letta a cui si aggiungono altri 14 miliardi da trovare nel 2016.

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Come si reperiranno tutti questi soldi? Dove si andrà a tagliare, e quanto? Non ha dubbi Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera: prelievo forzoso. In un paese in cui l'economia non si riprende, dove non si fanno riforme concrete per la crescita, in cui la pressione fiscale ha raggiunto il 53,2% del Pil e la disoccupazione sale – l'Istat ha dichiarato che è diminuita del 12,3% a giugno ma spaventa il dato giovanile, a quota 43,7% - una manovra correttiva sembra essere sempre più necessaria. Una manovra che sia Jp Morgan che Mediobanca che molti analisti stimano a 20 miliardi di euro. Una cifra enorme, che lascia pensare ad una soluzione drastica, come quella di un prelievo sugli assegni pensionistici oltre i 3 mila euro l'anno. Ne è convinto il numero uno del Corsera, che prevede inoltre, dopo il prelievo forzoso di fine anno, l'arrivo della Troika nel 2015.
Di manovra corretttiva parla anche Carlo Sangalli, presidente Confcommercio: “E' meglio una scomoda verità subito che un lento stillicidio di confuse illazioni che deprimono le aspettative di famiglia e imprese”.