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Mastella: "Con Draghi al Quirinale si va a votare"

(Photo: Pierpaolo ScavuzzoScavuzzo  / AGF)
(Photo: Pierpaolo ScavuzzoScavuzzo / AGF)

“Punto a mezzo milione di voti da solo. E l’intera area di centro vale il 10-12%. Bisogna seguire il processo di una Margherita 2.0: prima la federazione, poi il partito unico”. Clemente Mastella da Ceppaloni, fondatore dell’Udeur, oggi sindaco di Benevento, è pronto per una nuova avventura: al teatro Brancaccio di Roma, addobbato con le scenografie del musical “Aladdin”, è stato battezzato il suo nuovo partito: “Noi di centro”. In sala pubblico e “ambasciatori” come il renziano Ettore Rosato e Gaetano Quagliariello di “Coraggio Italia”. Tra geni di cartone, lampade magiche e tigri disneyane, prende forma il tappeto volante con cui Mastella spera di aggregare un’area perno del sistema politico.

Tricolore e nome nel simbolo, kermesse da “mille e una notte”. Aspettative concrete?

A Benevento ho preso 105mila voti contro destra e sinistra. E adesso che si riparla di centro anche a livello nazionale punto a 500mila. Mai come in questo momento, con l’irrazionalità degli italiani fotografata dal Censis e quella dei parlamentari emersa negli ultimi voti, c’è spazio per un’area che vale il 10%, se non il 12%. Che non ho l’ambizione di occupare da solo.

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Appunto. Non è troppo affollato questo presunto centro?

Per questo bisogna fare una Margherita 2.0, come quella originaria di cui sono stato costituente. Prima era una federazione tra Ppi, Rinnovamento, Udeur, l’Asinello e poi è diventata un partito. E’ questo il processo da seguire. L’errore storico è stato proprio scioglierla dando vita al Pd: perdendo l’area di centro cattolico-democratico è venuta meno la seconda gamba, e il Pd è inchiodato al 20% anziché raggiungere il 30%.

Calenda e Renzi non possono stare senza beccarsi. Lei e Renzi vi siete graffiati per le posizioni opposte sul Conte Ter. E dal palco lei non ha risparmiato Calenda: pariolino, farà la fine dell’asino di Buridano. Con questi presupposti dove si va?

Se mi perdona l’espressione, mica dobbiamo andare a letto insieme con Calenda. E’ lui che soffre di un complesso di inferiorità nei miei confronti. Ma il mio invito è rivolto a tutti: non metto veti per vanità, faccio politica. E con Renzi ho rapporti umani buoni.

Chi c’era alla costituente di oggi? Ha fatto campagna acquisti?

Nooooo. C’era gente da tutta Italia: Sardegna, Trieste, Campania. Un po’ di truppe mastellate ma tanti dal territorio, che è stato la mia forza nei momenti più drammatici. Hanno già aderito ex parlamentari come Giorgio Merlo (Dl), D’Onofrio (Udc), D’Ambrosio (M5s). E dopo il voto sul Quirinale sarà un progetto attrattivo anche per parte di Forza Italia.

Se non cambia la legge elettorale dovrà scegliere tra destra e sinistra.

E dove sta scritto? Al Senato nessuno avrà la maggioranza, e noi del centro faremo la differenza. Non me ne frega niente di cambiare la legge elettorale: se fanno il proporzionale con preferenze bene, altrimenti prenderemo molti collegi, soprattutto al Sud.

Perché pensa che sul Quirinale stiano fregando Berlusconi?

Vedo uno scambio di amorevoli attenzioni tra Letta e Meloni, che vorrebbero Draghi per poter andare al voto. Stimo il premier, ma se un Paese si consegna al Cincinnato di turno è la fine della politica. Invece il Cavaliere ci pensa sul serio. Nel voto di gennaio saranno determinanti il centro e il gruppo misto: se scelgono Silvio non si vota, se scelgono Mario sì. E’ la prima cartina di tornasole.

Come finirà?

Chi lo sa? Basta tirare Mattarella per la giacchetta, lo ha chiarito in modo definitivo. Da un lato dopo il quarto scrutinio Berlusconi può tentare la prova muscolare. Dall’altro se Renzi proponesse Gentiloni non credo che il Pd potrebbe sfilarsi.

In Parlamento la chiamano già “la guerra del 16-18”, dalle date più probabili per la convocazione dei grandi elettori.

Appunto, chi avrebbe mai detto che la Prima Guerra Mondiale l’avrebbe vinta l’Italia? Ci divertiremo un po’.

Ammetta che si è sbrigato a varare “Noi di centro” perché sente aria di elezioni anticipate.

No, no. Io faccio la volata lunga. Ma mi preparo se il quadro si muovesse prima.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.