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Matera: il pane e la Chiesa

Porta con sè i dolori del pianeta il Papa pellegrino sulla Terra che si è affacciato a Matera dopo un viaggio modificato dalle condizioni atmosferiche avverse del centro-sud Italia. Francesco non è arrivato in elicottero, come previsto, ma in aereo, atterrando a Gioia del Colle e percorrendo in auto il tragitto verso Matera dove ha concluso con una messa affollatissima allo stadio della città lucana il Congresso eucaristico nazionale della Cei.

L'Angelus da Matera

Chiudendo la funzione, all'Angelus, Francesco ha pregato per la Birmania: "Penso, in particolare, al Myanmar. Da più di due anni quel nobile Paese è martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che è una moda bombardare le scuole. Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!", ha sottolineato Francesco.

Il Vangelo e la realtà

Sulla traccia della parabola evangelica del ricco Epulone e del povero il Pontefice ha pregato per una Chiesa eucaristica che sappia guardare al primato di Dio e all’amore dei fratelli. Una Chiesa di uomini che si “spezzino come pane”, in un mondo che passi dall’indifferenza alla compassione. "Oggi giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno - ha detto Francesco - giudichiamo secondo la religione dell’avere e dell’apparire che spesso domina la scena di questo mondo, ma alla fine ci lascia a mani vuote”. In definitiva " io non sono le cose che possiedo o i successi che riesco ad ottenere”, e “il valore della mia vita non dipende da quanto riesco ad esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi”, ma io sono “un figlio amato, sono benedetto da Dio”, che mi ha “voluto rivestire di bellezza e mi vuole libero da ogni schiavitù”.

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Così come il ricco del Vangelo che si accorge di Lazzaro solo alla fine della vita quando il Signore rovescia le sorti anche l''uomo contemporaneo guarda all'apparenza e non ha più il senso della sostanza delle cose e della vita. Ecco perché anche il concetto dell'accoglienza e della condivisione con i diseredati del pianeta ci fa capire chi realmente crede nel Vangelo, si sforza di viverlo e chi invece ne esibisce soltanto i simboli vuoti.

Il vero pane del mondo

“Mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, di giustizia e di pace. Torniamo al gusto del pane per essere Chiesa eucaristica, che mette Gesù al centro e si fa pane di tenerezza e di misericordia per tutti” ha concluso Francesco.