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Maurizio Landini apre all'uso del Green Pass in azienda: "Ma no a sanzioni"

ROME, ITALY - MAY 28: The General Secretary of the CGIL trade union  Maurizio Landini during a demonstration calling for an extension to the redundancy freeze outside Montecitorio Palace on May 28, 2021 in Rome, Italy. The CGIL, CISL and UIL trade unions are calling for the government to extend the freeze on redundancies until al least October 31, as well as demanding commitments to health and safety in the workplace, the safeguarding of employment levels, new industrial policies and social security reform. (Photo by Simona Granati - Corbis/Corbis via Getty Images) (Photo: Simona Granati - Corbis via Getty Images)

La Cgil apre all’utilizzo del Green pass in azienda. “Non abbiamo contrarietà di principio” dice Maurizio Landini in un’intervista al Corriere della Sera, “ma non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti perché un dipendente sceglie di non vaccinarsi”.

Il segretario generale della Cgil ricorda che il sindacato ha scioperato “per avere i protocolli di sicurezza in azienda” e ribadisce di essere “a favore del fatto che le persone si vaccinino”. “Come sindacato stiamo raccomandando ai lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese. Ma c’è un discrimine: lo stop allo stipendio per noi è inaccettabile. Non se ne parla neanche. Né di questo, né di demansionamenti. Ci sono già esperienze in diverse aziende che utilizzano lo smart working per certi dipendenti o fanno un uso molto diffuso dei tamponi. In ogni caso un provvedimento obbligatorio ha bisogno di una legge. La responsabilità è del governo e non può scaricata su accordo fra le parti sociali. Se il governo matura questo orientamento e saremo consultati, siamo pronti ad esprimere il nostro punto di vista e a dare il nostro contributo”.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.