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Governo prepara norma per nuova indagine Agcom su quote Vivendi in Mediaset e Tim

La torre Mediaset presso la sede centrale a Cologno Monzese, vicino Milano

ROMA/MILANO (Reuters) - Il ministero dello Sviluppo sta definendo una norma che impone all'Autorità per le comunicazioni il compito di lanciare un'istruttoria sulle quote detenute da Vivendi in Mediaset e Tim, secondo due fonti vicine al dossier.

L'iniziativa arriva dopo che la Corte di Giustizia Ue ha bocciato e dichiarato contraria al diritto dell'Unione europea una norma italiana che ha portato al congelamento di due terzi della quota, appena sotto il 29%, di Vivendi in Mediaset, bloccando un presunto tentativo di scalata della principale emittente commerciale italiana.

Il testo della norma, di cui Reuters ha letto una copia, prevede che qualora un soggetto si trovi ad operare contemporaneamente nei mercati delle comunicazioni elettroniche e nel Sistema integrato delle comunicazioni (Sic), anche attraverso partecipazioni azionarie rilevanti, l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) svolga un'istruttoria, da concludersi entro il termine di sei mesi dall'avvio del procedimento, volta a verificare la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo.

Il Sic è composto da stampa, pubblicazioni elettroniche, radio e servizi audiovisivi (Tv), cinema, pubblicità esterna, iniziative di comunicazione di prodotti e servizi, nonché sponsorizzazioni.

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L'Autorità -- si legge -- dovrà tenere conto, tra l'altro, dei ricavi, delle barriere all’ingresso nonché del livello di concorrenza nei mercati coinvolti, ed eventualmente adottare provvedimenti volti ad inibire l'operazione o rimuoverne gli effetti.

Tali disposizioni si applicherebbero anche a procedimenti già conclusi dal regolatore.

Lo scorso settembre una sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea aveva stabilito che la norma del Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (Tusmar) che fissa soglie di mercato sulle partecipazioni incrociate nel settore media e telecomunicazioni era inidonea a salvaguardare il pluralismo dell'informazione.

Vivendi detiene il 24% di Tim e il 29% circa di Mediaset, che è controllata dalla famiglia dell'ex premier Silvio Berlusconi.

L'istruttoria dell'autorità congelerebbe nei fatti l'assetto del mercato per sei mesi in attesa di un intervento organico di riforma dell'intero settore delle comunicazioni, secondo quanto si desume dalla relazione illustrativa allegata alla norma.

(Giuseppe Fonte, Elvira Pollina, in redazione a Milano Sabina Suzzi)