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Melegatti, addio ai pandori. Ufficiale il fallimento

Il collegio del Tribunale di Verona presieduto da Giulia Rizzuto ha dichiarato oggi il fallimento della società Melegatti e della controllata Nuova Marelli. (Credits – Facebook)
Il collegio del Tribunale di Verona presieduto da Giulia Rizzuto ha dichiarato oggi il fallimento della società Melegatti e della controllata Nuova Marelli. (Credits – Facebook)

Ci hanno provato per mesi, hanno allungato l’agonia arrivando alla Pasqua e alle colombe, ma alla fine si è dovuto mettere la parola fine. Il collegio del Tribunale di Verona presieduto da Giulia Rizzuto ha dichiarato oggi il fallimento della società Melegatti e della controllata Nuova Marelli di San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona.

Addio, dunque, ai pandori più famosi del mondo, con la storica azienda dolciaria con sede a San Giovanni Lupatoto che aveva brevettato il dolce natalizio, ma ora è obbligata a chiudere. Come detto, i problemi di Melegatti erano iniziati prima di Natale, quando era esplosa in tutta la sua tragicità la difficoltà economica dell’azienda. Immediata la solidarietà sul web, con gli appelli ad acquistare i pandori dell’azienda veronese.

Concretamente, per salvare il salvabile, erano arrivati in soccorso dello storico marchio prima il fondo maltese Abalone e il marchio trevigiano di caffè Hausbrandt. Ma alle parole e alle proposte non si è passati ai fatti e la fabbrica si è dovuta fermare, bloccando la produzione. Sì è arrivati, così, in tribunale e, come detto, il collegio giudicante ha rigettato l’ipotesi di una proroga per un’eventuale concordato, che avrebbe salvato Melegatti il suo marchio e anche garantito meglio i lavoratori.

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“Stiamo seguendo, come sempre ormai da settimane, la situazione della Melegatti passo dopo passo. Ora attendiamo il commissario per un primo confronto. Poi avvieremo un confronto che consenta di garantire quelli che sono obiettivi irrinunciabili, come mantenere l’attività produttiva e quindi i mercati di riferimento, salvaguardare l’occupazione, mantenere in vita un marchio storico e una azienda simbolo del Veneto e delle sue tipiche produzioni dolciarie” ha dichiarato il presidente della Regione Luca Zaia.

Melegatti venne fondata a Verona presso un’antica pasticceria che aveva sede in corso Porta Borsari 21. Il Ministero dell’Agricoltura e Commerciodel Regno d’Italia, assegnò a Domenico Melegattii l’attestato di Privativa che riconosceva il brevetto per la produzione del pandoro il 14 ottobre 1894. Il pandoro nacque da una tradizione natalizia della città di Verona: un tempo, la notte della Vigilia, le donne veronesi si riunivano per realizzare il “levà”, un impasto di farina, latte e lieviti. Melegatti rinnovò la ricetta togliendo le mandorle e i granelli di zucchero, che considerava controproducenti per la lievitazione, e aggiungendo alla ricetta originaria quantità maggiori di burro e uova. L’impasto così realizzato richiede oltre dieci ore di lievitazione e 6-7 cicli di impasto, per un totale di circa 36 ore di lavorazione.