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Mercati azionari. Analisi intraday della giornata

MERCATI AZIONARI

La distribuzione dei flussi in questo momento è mista: leggermente rialzista la curva americana, rating +1, ribassista quella europea rating -2. La tendenza distributiva è al miglioramento.

Il driver della giornata è certamente il primo dibattito politico della notte passata, tra la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, che hanno davanti ormai l'ultimo mese di competizione elettorale per arrivare alla Casa Bianca. Tecnicamente il primo dibattito è da assegnare punti alla Clinton, che ha giocato di esperienza.

Peraltro sono rimasto ammirato dalla loro lezione politica, di grande civiltà e abilità comunicativa, con messaggi semplici e chiari, dove raramente le loro voci si sono sovrapposte. E' disarmante il confronto con la caciara farsesca e urlata dei confronti politici nostrani, tra i mestieranti mediocri, prezzolati, semianalfabeti e corrotti della politica pane e caciotta della sventurata penisola italica. Mi ha impressionato il tono generale di Donald Trump, e nelle sue parole finali "Siamo una nazione in crisi, ma io renderò di nuovo grande l'America" e ancora, riferito alla sua avversaria, "Se lei vincerà, io la appoggerò", è racchiuso uno dei segreti del miracolo americano.

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Certamente la logica generale vuole che una vittoria della Cllinton sia considerata più conservativa, e dunque possa generare una spinta rialzista sui mercati, a differenza di una vittoria del suo avversario, che potrebbe innescare una fase di ribasso, alimentata dalla preocupazione per le sue derive protezionistiche. Ma questa equazione potrebbe anche cambiare con i prossimi dibattiti, il 9 e il 19 ottobre, e con l'analisi dei loro contenuti. Trump infatti sta piacendo sempre di più anche ai piani alti del sistema-America, e non solo. In ogni modo, questi due candidati piacciono, e ognuno a modo suo rappresenta qualcosa di nuovo: Trump sarebbe il primo presidente degli ultimi decenni (a memoria direi dai tempi di Ronald Reagan) non prodotto dalla politica americana, la Clinton sarebbe addirittura la prima donna presidente. Se il presidente americano è l'uomo più potente al mondo, avremo che l'uomo più potente al mondo è una donna. Da ricordare che gli americani questo tabù l'avevano già infranto con il presidente della Federal Reserve.

Oggi è anche l'ultimo giorno del meeting informale dell'OPEC, che probabilmente, a quanto pare, ancora una volta non porterà a nessun accordo.

In questa fase i mercati vedranno un aumento della volatilità: in queste ore puntiamo al ribasso, e certamente questa direzione sarà prevalente nel prossimo futuro. Ma quanto a oggi, siamo orientati a pensare che dopo l'apertura di Wall Street ci sarà una spinta propulsiva al rialzo, e cercheremo entrate long nella finestra temporale compresa tra le ore 15,30 e le 17. Orientativamente predisponiamo l'operazione indicata in tabella A: potranno come sempre seguire aggiornamenti.

EURO-DOLLARO

La tendenza di medio termine è ribassista. Tuttavia, il non rialzo dei tassi Fed toglie attrattività agli investimenti in bond denominati in dollari, e dunque ora i flussi importanti prediligono rientrare nell'area euro. Oggi non ci sono le condizioni per operare.

FOCUS ECONOMICO

Con la notte del 27 settembre è entrato nel vivo il confronto fra la democratica Hillary Clinton e il repubblicano Donald Trump, che hanno davanti ormai l'ultimo mese di competizione elettorale per arrivare alla Casa Bianca.

Certamente la logica generale vuole che una vittoria della Cllinton sia considerata dai mercati più conservativa, e dunque possa generare una spinta rialzista, a differenza di una vittoria del suo avversario, che potrebbe innescare una fase di ribasso per i timori delle sue derive protezionistiche. Ma questa equazione potrebbe anche cambiare con i prossimi dibattiti, il 9 e il 19 ottobre, e con l'analisi dei loro contenuti. Trump infatti sta piacendo sempre di più anche ai piani alti del sistema-America, e non solo.

Petrolio: meeting OPEC 26-28 settembre. I Paesi produttori membri dell'Opec si riuniscono in questi giorni ad Algeri con l'obiettivo di trovare soluzioni sul fronte della produzione. L'Arabia Saudita sembra pronta a tagliare la produzione se anche l'Iran acconsentirà a congelarla (Iran che viene però da anni di isolamento e di assenza dei mercati del petrolio). Si tratta dello stesso nodo centrale che aveva fatto naufragare le trattative già nello scorso aprile. Già venerdì i prezzi del petrolio avevano perso il 4%, guidati dalla sensazione che anche stavolta non ci saranno accordi.

Niente di fatto sui tassi americani nel meeting di mercoledì 21 settembre. Il Federal Funds Rate rimane nel range compreso tra 0,25 e 0,50%. Negli ultimi due mesi il tasso effettivo si è mosso stabilmente nell'intorno di 0,40. Stimiamo solo un rialzo per il 2016, nel mese di dicembre. Tassi verso la normalizzazione dunque, con cautela ma senza incertezze.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) meeting del 21 settembre la Bank of Japan ha mantenuto la sua politica monetaria accomodante, rimodulando il suo QE nel tentativo di irripidire la curva dei rendimenti locale.

Nulla di fatto della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) nella riunione di giovedì 8 settembre.

RISCHIO GEOPOLITICO

Medio-alto, in forte aumento.

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