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Mercati azionari e obbligazioni, i rischi da cui gli investitori devono guardarsi

Da una parte la ripresa dell’economia reale, con le autorità economiche che aumentano le stime di crescita a livello globale e nazionale, ma dall’altra nuovi e vecchi rischi che si addensano all’orizzonte e che gli investitori devono decifrare nell’oggi per evitarli o ridurli nel futuro.

Le borse, come abbiamo visto sin dai primi mesi dell’anno, hanno anticipato i buoni risultati dell’economia reale avendoli previsti con largo anticipo, ma ora scontano già i presagi futuri. Il Superciclo dell’inflazione, il tapering delle banche centrali, sono tra i timori dei mercati azionari che si dimostrano a tratti nervosi come visto anche la scorsa settimana.

E poi le materie prime, che dalla seconda metà dello scorso anno non fanno che salire. Vuoi per i colli di bottiglia creatisi nella catena di fornitura, vuoi per una presa di consapevolezza sulla transizione energetica, sono stati il primo segnale di un rischio inflazione consistente in arrivo.

Quindi, quali sono i rischi nei mercati finanziari dai quali l’investitore deve guardarsi? Eccone alcuni in sintesi.

Il rischio inflazione

Gli analisti sono contrastati e si dividono tra quelli che vedono l’inflazione in arrivo come non la si vedeva da 40 anni a questa parte, e altri che la considerano solo passeggera e dovuta ai “nodi” creati dalla pandemia.

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La verità potrebbe, però, stare nel mezzo. Ovvero l’inflazione nel breve periodo potrebbe aumentare spinta dagli stimoli fiscali e da una forte ripresa che causerà pressione sull’offerta che non sarà capace di soddisfare la domanda (accade già in alcuni settori: vedasi i semiconduttori), quindi l’inflazione si attenuerà per riprendere nei prossimi anni quando i grandi piani di investimento delle economie (USA, Euroa e Cina) verranno cantierizzati.

Anche la Bank of America, nel recente sondaggio mensile condotto tra i gestori globali, ha evidenziato come l’inflazione sia considerato un rischio elevato.

L’azione delle banche centrali

In questo contesto diventa fondamentale l’azione delle banche centrali, le quali con piani senza precedenti lo scorso anno hanno avviato una campagna di iniezione di liquidità immensa.

Ma ora, con i timori di un aumento repentino dell’inflazione (negli USA +4,2% ad aprile) le banche centrali potrebbero essere costrette a ridurre l’iniezione della quantità di liquidità. I tecnici chiamano la mossa tapering, ovvero una azione di rallentamento degli acquisti che tuttavia non li azzera.

Pare che nel board del Federal Reserve System (SEC), se ne sia già parlato.

I Titoli di Stato rialzano la testa

I titoli di Stato vedono aumentare i rendimenti, addirittura i bund tedeschi sono a un decimo dallo 0% (-0,11%), ma in questi mesi i Treasury statunitensi hanno significativamente rialzato la testa, ed anche i titoli di Stato italiani sono saliti in modo significativo.

Cosa c’è di negativo in questo? Quando i titoli di Stato aumentano di valore, diventano dei concorrenti delle borse. Quindi gli investitori in una situazione di crescente inflazione spostano le risorse finanziarie nei titoli, togliendoli all’azionario.

L’investitore dovrà tenersi pronto a differenziare, e non sono da scartare in questo scenario gli high yield.

Le materie prime e il petrolio “sono boom”

Le materie prime, dicevamo, sono cresciuto in una maniera incredibile. Si pensi al recente balzo del ferro, o alla crescita del petrolio passato dal territorio negativo di maggio 2020 agli attuali circa 65 USD al barile.

Le materie prime crescono sull’onda delle riaperture delle economie, ma alcune anche sull’onda di futuri scenari che sono ancora tutti da scrivere. Questo è il caso dei metalli rari.

This article was originally posted on FX Empire

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