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Mercati in altalena. Ottimismo su Mps

Alle 13 Piazza Affari, dopo un avvio positivo e un calo dello 0,5% a metà mattinata, registra un attivo pari allo 0,04% mentre il resto delle piazze europee al giro di boa vedono Londra a -0,34%, il Dax a -012% e Parigi a -0,35%. Una controtendenza solo momentanea visto che la protagonista della seduta è la volatilità.

Oltre Draghi, Mps

Il settore del credito in Italia è ormai al centro delle analisi degli analisti internazionali e su tutti il nome che più di tutti preoccupa è quello di Banca Mps (Amsterdam: BJ6.AS - notizie) . Giornata cruciale per la più antica banca del mondo infatti oggi a Francoforte si riunisce il supervisory board del Single Mechanism della Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) , in pratica gli addetti alla vigilanza e alla supervisione del credito europeo, che dovranno valutare le strategie presentate da Mps per gestire la questione dei Npl. Dall'altra parte, a Siena il cda dovrà riuscire a far quadrare i conti anche in vista di quei risultati sugli stress test dell'Eba che verranno pubblicati ufficialmente il 29 luglio. Nei giorni scorsi arrivava sul tavolo dei vertici dell'istituto la lettera della Bce che imponeva la liquidazione di 10 miliardi di sofferenze anche a costo di una evidente perdita, una richiesta che ha dato il via all'attività dei diversi advisor (Jp Morgan, Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e Quaestio sgr) impegnati nella cartolarizzazione delle sofferenze: nello specifico si parla di uno special purpose vehicle che scorpori dalla banca le sofferenze cartolarizzandole e quindi riallocandoli presso investitori specializzati nella gestione dei Npl.

Il cda in programma

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Oggi il Cda dovrà tentare di dare una risposta. Si respira comunque aria di ottimismo grazie al fatto che Rocca Salimbeni potrebbe ottenere l'ok sul meccanismo di garanzia che vede il governo come garante per l'iniezione di capitale necessaria dopo lo smaltimento, in perdita, delle sofferenze. Valore approssimativo tra i 2 e i 3 miliardi. I numeri sembrano rientrare parzialmente anche grazie a una minore rischiosità degli attivi ma resta aperto il problema di fondo: l'intervento dello stato è di fato vietato dalle norme del bail in e l'unica via d'uscita sembrerebbe essere una interpretazione piuttosto elastica della direttiva Brrd , il capitolo che regola l'intervento di stato come misura precauzionale per riuscire a mettere in sicurezza il sistema ed evitare conseguenze destabilizzanti. Ma questo avverrebbe con l'entrata in scena dei capitali privati (azionisti, obbligazionisti ed eventualmente correntisti sopra i 100mila euro) creando perciò un possibile ripetersi di quanto già accaduto per le 4 banche salvate a fine novembre (Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti e Banca Marche). Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) tentativo di evitare tutto questo il governo sta varando un piano di riacquisto dei bond più rischiosi(tramite fondo Atlante o strumento simile) in mano ai piccoli investitori i quali, a suo tempo, potrebbero aver comprato ignorando i pericoli nascosti. In pratica i bond junior e mezzanine dovrebbero avere la garanzia di un fondo Atlante 2 nato anche con il contributo di Sga e Cdp mentre sulle obbligazioni senior si attiverebbe la garanzia statale già prevista dalle norme vigenti.

I tanti problemi di Mps e delle banche. Tutte

Un problema, quello di Mps, che si è aggravato con l'ultima tempesta sui mercati, nata in seguito al referendum britannico che ha sancito la volontà di Londra di uscire dall'Unione. ma la tempesta non ha fatto altro che evidenziare debolezze intrinseche già da tempo presenti. In particolare su Siena. Un esempio sia la capitalizzazione: 770 miloni per Banca Mps contro i 26 miliardi di intesa Sanpaolo o gli 11 di Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , i due pilastri del settore italiano. Il problema per Mps si chiama sofferenze, nello specifico quelle nette (le lorde sono già state spesate sul bilancio9 e la differenza del loro prezzo: il mercato le valuta al 20% del valore nominale, per gli studi di Bankitalia, invece, questa cifra dovrebbe essere alzata al 40%. Ma questo è solo un lato della medaglia. L'altro è il business stesso delle banche che è stato stravolto dalle normative della Bce con riforme del sistema bancario che in Europa datano ormai 7 anni, dagli obblighi di copertura e capitalizzazione, dai margini di guadagno azzerati dai tassi sempre più bassi e, non ultimo, dal fenomeno dell'home banking che ha reso costose molte filiali e obsoleti anche gli sportelli delle banche.

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