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Mercati ancora ottimisti: la view di Goldman, S&P e Fitch

Continua l'ondata di ottimismo che si è diffusa ieri sui mercati qualche ora dopo il panico iniziale dall'elezione di Donald Trump come 45esimo presidente degli Stati Uniti. Alle 13 Piazza Affari segnava + 1,45% a 17.045 punti, soglia psicologica ancora difesa sullo sfondo di un'Europa leggermente sgonfiata rispetto al mattino ma pur sempre in buona forma: Dax a +0,90%, Cac 40 a +1,10% e Ftse 100 a +0,65%.

I motivi dell'ottimismo

Ad aiutare il trend è stato il discorso di ringraziamento che il miliardario ha tenuto per confermare la sua elezione: un discorso scarno, inneggiante all'unione e, soprattutto, a una squadra di collaboratori. Inoltre, a prescindere da tutto, il promo risultato utile si è avuto, quello di un presidente eletto e che, per giunta, ha un Congresso unito sotto la bandiera del suo stesso partito. Anche se le polemiche interne ai repubblicani sono ben note. C'è poi un altro fattore, quasi paradossale: lo squilibrio del programma elettorale di Trump in materia di stimolo fiscale con la semplificazione estrema delle aliquote e i tagli selvaggi sulle tasse, potrebbe nell'immediato creare un'accelerazione della crescita.

La view di Standard & Poor's

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Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) coro degli entusiasti si annoverano anche gli esperti di Standard & Poor's che hanno confermato il rating AA (Francoforte: A116XA - notizie) + con outlook stabile sugli Usa, stessa decisione presa da Fitch che ha confermato a sua volta il suo rating a tripla A con outlook stabile. A differenza di Standard&Poor's, però, Fitch teme la possibilità che il programma fiscale di Trump possa essere attuato in toto: in questo caso sarebbe a rischio il costo del finanziamento del debito, in rialzo, dal momento che il taglio delle imposte sia sui redditi che sulle grandi aziende porterebbe a un'esplosione del rapporto debito/pil anche superiore a quello fissato dalle direttive di legge che prevedono un tetto non superiore al 9% entro i prossimi 10 anni. Alla base della decisione di Standard&Poor's, invece c'è la consapevolezza che la mancanza di esperienza del neoeletto nel mondo della politica, ancora di più in quella di altissimo livello, non sarà un handicap dal momento che il sistema dei poteri e l'architettura equilibrata che permette una distribuzione paritaria dei poteri, permetterà di smussare le velleità più populiste del programma del miliardario. A questo si aggiunga anche il fatto che l'economia Usa è solida ed è in fase di ripresa. Per quanto riguarda le prospettive sul futuro del commercio, l'impatto del programma presidenziale potrebbe non essere così determinante come temuto.

Nettamente diversa, invece, la posizione di BMO Global Asset Management, i cui esperti allargano il focus delle valutazioni non solo alle volontà del Presidente e alla possibilità o meno che questi possa avere l'appoggio del Congresso ma proprio ai due rami del Parlamento entrambi a maggioranza repubblicana. Un particolare che forse non è stato adeguatamente considerato dal momento che la forza dei conservatori permette di spostare gli equilibri della Corte Suprema con tutte le conseguenze del caso sia sul piano sociale che sulla politica economica e fiscale.

I timori di Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie)

A temere sul piano del commercio internazionale è anche Goldman Sachs, che aveva previsto uno scenario caratterizzato da un risvolto negativo per l'economia statunitense con precarietà sui mercati e, quindi, con una Fed più cauta nell'appesantire il costo del denaro. Al di là del pericolo diplomatico derivante non solo dalle dichiarazioni sessiste e razziste fatte dall'adesso presidente Trump (dichiarazioni che causarono proteste persino nel Regno Unito, attualmente guidato da una donna, e dove sono state avanzate richieste per bloccare l'ingresso di Trump su suolo britannico) ma anche dal protezionismo e dalla rinegoziazione degli accordi commerciali con i partner internazionali (la Cina resta un punto interrogativo così come anche il Messico e il Canada, paesi entrambi fortemente interagenti con l'economia Usa), le previsioni di Goldman Sachs sul dollaro parlano di una debolezza nel breve periodo, per lo meno fino a quando non si saranno diradate le nubi su quei particolari tecnici quali i nomi dello staff del presidente.

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