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Mercati ribassisti, come trasformarli a proprio vantaggio investendo

Periodi di mercati ribassisti come quelli a cui stiamo assistendo ormai dalla crisi immobiliare in Cina dello scorso ottobre 2021, sono per molti investitori un vero cruccio, ma non per tutti.

Quando le Borse sono ribassiste, c’è anche chi è in grado di trasformare la situazione a suo vantaggio e qui vediamo come.

Chi perde di più nei mercati ribassisti?

Se è vero che in assoluto sono i più ricchi a perdere di più dai mercati ribassisti, perché sono quelli che si sono potuti permettere di investire di più, è allo stesso modo vero che la classe media e i giovani investitori risentono maggiormente delle crisi finanziarie: è una questione di proporzioni.

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Il The Motley Fool, a riguardo ci dice che negli USA l’89% degli asset di Borsa sono detenuti dal 10% delle persone più ricche del Paese ma, come la crisi del 2008 ha mostrato, sono i più poveri a perdere l’unica casa che hanno, l’unica fonte di reddito che hanno.

A perdere in Borsa nella fase ribassista sono quegli investitori che hanno acquistato sui massimi. Questi si fanno cogliere alla sprovvista dal mercato ribassista perché si trovano in una fase del ciclo di investimento in cui hanno distribuito in qualche modo il patrimonio accumulato per gli investimenti e non hanno altro per acquistare.

Chi vince durante un mercato ribassista?

A vincere durante una fase di mercato ribassista sono coloro i quali hanno accumulato risorse economiche ed hanno atteso.

Vincono coloro i quali non investono mai sui massimi rialzi, ma sanno attendere i ribassi.

Vincono gli investitori che investono a poco a poco sfruttando i cali di mercato, perché in questo modo abbassano il prezzo medio di carico.

E, molto importante, vincono coloro i quali non si affezionano ad un titolo azionario o altra classe di attivo e capiscono che è giunto il momento di vendere. Ma quest’ultima è la fase che precede il mercato ribassista.

Gli ultimi ribassi di mercato che hanno fatto guadagnare

Vince durante i mercati ribassisti, dunque, chi sa attenderli. Gli ultimi 20 anni di storia dei mercati finanziari dovrebbero insegnare qualcosa.

Vedasi la bolla del dot-com ad inizio millennio, vedasi la crisi finanziaria del 2007-2008, e ancora la pandemia in marzo 2020.

Dopo ogni crollo si verifica sempre una risalita. In alcuni casi è rapida (pandemia), in altri casi è più “dolce” e costante nel tempo.

Non tutti i titoli escono vincitori

Deve essere chiaro che dalle fasi di mercato ribassista non tutti i titoli azionari ne escono vincenti, alcune società falliscono o in altri casi non recuperano più.

Proprio la bolla del dot-com può insegnare qualcosa al riguardo. Se si prendono quei titoli di Borsa Italiana quotati a cavallo tra il 1998 e il 2003, si nota come alcuni abbiano raggiunto in quel momento un prezzo per azione che non hanno più visto neppure lontanamente.

Tiscali (TIS) è uno di questi esempi, il suo prezzo massimo lo ha toccato a maggio del 2000 a 1.157 euro, oggi vale appena 0,012 euro.

In conclusione

I mercati ribassisti non sono una disfatta se si comprano le azioni a sconto e si vendono quando raggiungono dei massimi di periodo (che può anche differire da titolo a titolo).

Non sono una sciagura, ma un ottimo periodo per gli acquisti a sconto se si scelgono le azioni giuste.

Quali sono le azioni giuste? Non sempre quelle che consigliano i “guru”, spesso le migliori sono quelle che studiamo personalmente.

This article was originally posted on FX Empire

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