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Mercato del lavoro, il futuro secondo McKinsey

Secondo il rapporto McKinsey sul mercato del lavoro globale, la tendenza, da qui ai prossimi vent'anni, sarà quella di una sempre maggiore richiesta di personale altamente qualificato e un certo indebolimento dell'offerta per persone con qualifiche più basse o senza una specializzazione. Questo come conseguenza dello sviluppo delle economie avanzate e della crescita continua dei paesi emergenti come Cina e India, che sta portando una sempre maggiore urbanizzazione di popolazioni un tempo prevalentemente rurali e a una maggiore ricchezza pro-capite.

Secondo il rapporto pubblicato dall'istituto di ricerca della nota società di consulenza manageriale di Chicago, la forza lavoro mondiale nel 2030 sarà di circa 3 miliardi e mezzo di persone. Studiando i dati e le tendenze dei 70 paesi che producono il 96% del PIL mondiale e ospitano l'87% della popolazione, il rischio paventato è quello che già nel 2020 ci possano essere dai 38 ai 40 milioni di laureati e lavoratori altamente qualificati e specializzati e 45 milioni di lavoratori con un'istruzione secondaria in meno rispetto a quelle che saranno le richieste del mercato, a fronte di una sovrabbondanza stimata tra i 90 e i 95 milioni di persone con basse qualifiche.
L'invito che viene fatto ai paesi sviluppati è quindi quello di cercare di incentivare i giovani a intraprendere studi universitari e specialistici soprattutto nelle discipline scientifiche, ingegneristiche e tecniche, che sempre secondo il rapporto, saranno le più richieste, e di curare e orientare in modo migliore anche la formazione di chi si ferma alla scuola secondaria.

L'altra sfida che dovranno affrontare i governi, oltre a riqualificare quei lavoratori oggi ai margini, come le donne e gli ultracinquantenni, sarà quella di trovare una collocazione a tutti quelli definiti "low-skill" che rischiano di restare disoccupati. In particolare, viene suggerito, un'opportunità potrebbe essere loro offerta dal settore agricolo o dall'espandersi di tutte quelle attività che rientrano nei servizi alla persona, nell'assistenza domiciliare e nel settore sanitario.

La crisi sulle spalle dei giovani: 2008-2011 disoccupazione +7,8%Milano, (TMNews) - La crisi pesa sulle spalle dei giovani. Lo dicono le tabelle dell'ultimo Rapporto Istat sul lavoro. Nel quadriennio 2008-2011 infatti i disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono aumentati del 7,8%. In crescita anche il numero di coloro che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet che hanno raggiunto la soglia del 22,7%, il 3,4% in più rispetto al 2008. Un quadro a tinte fosche, dunque, che si incupisce ulteriormente se si considera il 20% in più dei dipendenti finiti a