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Il mercato si concentrerà sui fondamentali del Brasile

Brasile: messa in stato d’accusa confermata, e adesso?

di Arnaud Masset

È cosa fatta: dopo mesi di attesa, ieri Dilma Rousseff è stata ufficialmente rimossa dal suo incarico con 61 voti a favore e 20 contrari del Senato brasiliano, dopo aver utilizzato illegalmente denaro delle banche statale per coprire buchi nel bilancio. Michel Temer, ex vice presidente, si è insediato come nuovo presidente, carica che manterrà fino al 2018. Dall’inizio del processo d’impeachment, gli operatori hanno scommesso costantemente che la rimozione di Rousseff avrebbe dato al governo maggiore flessibilità per puntellare il disavanzo pubblico e rimettere il paese sulla strada della crescita sostenibile.

Le aspettative molto elevate del mercato sono un grande fardello sulle spalle del nuovo governo. Negli ultimi mesi la borsa si è impennata, con le banche centrali che iniettano liquidità nell’economia globale e gli investitori a caccia di rendimenti più alti. L’indice Bovespa è lievitato di quasi il 60% dai minimi di gennaio, i tassi brasiliani sono calati bruscamente perché gli investitori prevedono prospettive più incoraggianti e il real brasiliano ha guadagnato il 30% contro l’USD.

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D’altro canto, i dati economici continuano a peggiorare; nel secondo trimestre del 2016, il PIL reale è sceso al 3,8% a/a, dopo essere scivolato al 5,4% nel primo trimestre. Il mercato del lavoro rimane sotto forte pressione, il tasso di disoccupazione a luglio è salito all’11,6% - rispetto all’8,6% di un anno fa; ciò avrà un forte impatto sui consumi brasiliani e rallenterà quindi il processo di ripresa.

Prevediamo che, con l’uscita definitiva di Rousseff, il mercato tornerà a concentrarsi sui fondamentali. Se paragoniamo le attese del mercato allo stato attuale dell’economia brasiliana, è evidente che qualcosa non quadra. Ci aspettiamo, dunque, che gli asset brasiliani correggano al ribasso nelle prossime settimane, man mano che gli operatori capiranno di essersi fatti trascinare dal clamore.

Ripresa ancora fragile in Russia

di Yann Quelenn

L’economia russa continua a migliorare. Sebbene i mercati finanziari avessero previsto una marcata correzione economica, a un anno da queste previsioni il momentum è positivo e in rafforzamento. Ad agosto, infatti, il PMI russo è salito a 50,8 punti, superando le attese. Intanto il rublo si sta consolidando contro il dollaro. L’apprezzamento della valuta si è interrotto solo perché il mercato torna a sperare in un rialzo del tasso dalla Fed entro la fine dell’anno.

Ci aspettiamo che, alla riunione di settembre, la Banca Centrale di Russia taglierà il tasso, portandolo intorno al 10%. Se è vero che il PIL russo è sceso allo 0,6% a/a, questi dati rendono ancora conto della flessione dell’anno scorso. Riteniamo che lo stesso valga per le vendite al dettaglio, che, pur negative su base annuale, hanno mostrato un lieve miglioramento su base mensile.

Ci sono due ragioni alla base di questa ripresa della Russia. In primo luogo, i suoi tassi d’interesse attraggono sempre più investitori. In secondo luogo, il rimbalzo dei prezzi del petrolio ha aiutato il paese a entrare in un nuovo ciclo positivo; potrebbe trattarsi, però, di una fase passeggera e i prezzi potrebbero scendere di nuovo a causa della sovrapproduzione dei membri dell’OPEC. Inoltre, sembra stia emergendo una nuova dinamica: l’emancipazione dal petrolio, argomento di discussione in Norvegia, nell’ambito della strategia per vietare le automobili alimentate da combustibili fossili entro il 2025. È solo l’inizio di una tendenza di lungo periodo, ma è emblematica del livello che, secondo noi, i prezzi del petrolio avranno nel medio termine, ovvero molto basso.

Dati contrastati, ma ancora deboli, in Svizzera

di Peter Rosenstreich

In Svizzera, i dati economici sono stati contrastati rimanendo comunque deboli. Le vendite al dettaglio reali a/a si sono contratte del -2,2%, dopo il calo precedente, rivisto al -3,5%. Il dato di oggi rappresenta un piccolo recupero dopo la serie di rilevamenti negativi succedutasi da metà 2015. C’è stata anche una ripresa positiva delle vendite di generi alimentari, pari allo 0,6% in termini nominali e allo 0,8% in termini reali. Questo rimbalzo, però, dovrebbe essere legato alle buone condizioni meteorologiche estive. Da quando la BNS ha rimosso il tasso di cambio minimo per l’EUR/CHF, le vendite al dettaglio sono state sempre basse. Il caro-franco ha cambiato il comportamento dei consumatori svizzeri, danneggiando le vendite interne, perché i consumatori si recano nei paesi confinanti alla ricerca di occasioni per i beni durevoli e per i prodotti più costosi. Questa modifica di lungo periodo nelle abitudini dei consumatori eserciterà ulteriori pressioni negative sulle aspettative d’inflazione, perché i dettaglianti abbasseranno i prezzi per competere con lo svantaggio dovuto al tasso di cambio.

Il PMI manifatturiero svizzero di agosto è salito a 51,0 dai 50,1 punti precedenti, più dei 50,6 previsti. C’è stato un lieve miglioramento generalizzato: gli ordini inevasi sono saliti a 50,8 da 49,3 punti e le giacenze di prodotti finiti sono scese a 45,5 da 55,4. Sorprende invece, visto l’aumento del tasso di disoccupazione, che il segmento occupazione sia salito a 48,2 da 46,7 punti, anche se l’indicatore rimane debole. L’oscillazione positiva frena temporaneamente la flessione al ribasso dei dati, potenzialmente diretta in territorio di contrazione. Il CHF sopravvalutato continua a danneggiare le prospettive dell’economica elvetica; ciò nonostante, con i suoi strumenti limitati, la BNS sembra paralizzata (la costante espansione del bilancio della BNS sembra aver fornito uno scudo provvisorio alla forza del CHF). Costretta a rimanere a guardare, impotente di fronte agli eventi, la banca centrale starà pregando per un rialzo del tasso dalla Fed e un allentamento contenuto dalla BCE (Toronto: BCE.TO - notizie) . Chi opera in USD/CHF si concentrerà sulla resistenza a 0,9950 dopo la violazione del livello a 0,9870, che corrisponde al 78,6% del ritracciamento di Fibonacci. L’EUR/CHF si prepara a sfidare la resistenza chiave a 1,100. Lo sfondamento di questo livello innescherebbe un’estensione del momentum rialzista a 1,1100.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online