Liguria zona gialla dalla prossima settimana? La regione "ha un Rt pari a 0,94, la situazione nei nostri ospedali è sotto controllo. Speriamo quindi di poter tornare in zona gialla dalla prossima settimana, afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti oggi nel corso del suo intervento alla trasmissione di La7 L'Aria che tira. E sull'inizio a breve della kermesse canora italiana per eccellenza, "intorno al festival di Sanremo quest'anno - dice Toti -non ci sarà praticamente niente. E' un festival che si svolge all'interno di un Teatro Ariston vuoto, come se fosse uno studio televisivo, ma è il massimo che si può fare in tempi di Covid". "E' un anno - ha aggiunto - che diciamo che col Covid dobbiamo imparare a convivere e quindi è giusto non rinunciarci ma è giusto anche non mettere a rischio nessuno per farlo. Bisogna farlo nei limiti di un protocollo molto stretto elaborato dal Cts e io sono d'accordo che si faccia così".
Una bellissima idea quella dell'amministrazione comunale di Brindisi, che ha deciso di far incontrare i "nonni" di due specie diverse per fargli trascorrere ancora tanti anni felici insieme: il progetto "Dammi la zampa" favorisce l'adozione di cani e gatti che hanno superato i 7 anni agli over 60.
Le misure stabilite nell'ultima ordinanza sulla scuola in tempo di covid dal governatore della Puglia, Michele Emiliano, "sono ragionevoli soprattutto in vista dell'ulteriore diffusione della pandemia a causa delle varianti. L'obbligatorietà della presenza non è incostituzionale, come non lo è tuttavia nemmeno la non obbligatorietà: la scelta è cioè rimessa agli organi politici sulla base di una molteplicità di fattori. La discrezionalità a cui si appella Emiliano e le scelte avanzate nella sua ordinanza possono essere uno stimolo intelligente su cui, tuttavia, sarebbe auspicabile un intervento del legislatore nazionale". Lo dice il costituzionalista Francesco Saverio Marini intervenendo con l'Adnkronos sul dibattito in corso sulla Didattica a distanza, anche alla luce delle proteste di decine di migliaia di persone tra genitori, docenti e personale Ata che reclamano il diritto di scelta delle famiglie ad usufruire della Dad; nonché delle proteste ed occupazioni degli studenti del Paese contrari ad una didattica in presenza senza le adeguate misure di sicurezza. Si tratta, secondo il costituzionalista, di una contrapposizione sulla Didattica a distanza su cui "ad oggi si impone la disciplina statale, molto rigida a seconda del colore della regione. Si possono seguire due strade - spiega - o lo Stato interviene con un nuovo Dpcm in cui disciplina la Dad dando maggior peso alla libertà delle famiglie. O rimette la scelta alle regioni che valuteranno sulle singole situazioni quale è la disciplina più confacente al territorio". Secondo Marini, professore all'università di Roma Tor Vergata, c'è un primo ambito relativo ai diritti sui quali "non è facile trovare una soluzione perché sono tanti i valori e i diritti costituzionali che vengono in rilievo: c'è il diritto alla salute che ha una duplice veste in questo caso, sia come libertà da rimettere alla famiglia se usufruire della Dad o se mandare i figli a scuola; sia come interesse della collettività rispetto al pericolo di diffusione del virus; c’è infine il potere-dovere dello Stato di istituire le scuole per tutti gli ordini e gradi e consentirne o imporne la frequenza. Nell'articolo 32 della Costituzione, va ricordato, la salute è declinata rispetto ad entrambi i profili e l'interesse alla salute della collettività rappresenta un limite ovviamente alla libertà di salute individuale". Altro tema critico è chi decide sulla Didattica a distanza: lo Stato o le regioni in deroga alla normativa statale? "Il tema è controverso - risponde il costituzionalista - Per la disciplina nazionale in vigore, si prevede che le regioni possano intervenire o in senso restrittivo o, previa intesa con lo Stato, in senso anche ampliativo, ma sempre nelle more dell'adozione dei decreti del presidente del Consiglio. Previsione che lascia perplessi perché queste more non ci sono mai state: si è passati da un decreto all'altro e lo spazio alle regioni è apparso quasi inesistente. La Corte Costituzionale ha chiarito che il legislatore regionale, in quel caso della Valle D'Aosta, "non può invadere con un propria disciplina una materia avente ad oggetto la pandemia, in quanto essa è affidata interamente alla competenza legislativa dello Stato". In questo quadro Marini analizza le scelte del Governatore della Puglia: "nella prima ordinanza Emiliano interveniva sul Dpcm sulla Dad (che imponeva fosse garantito almeno il 50% mentre Emiliano parlava di 'fino al 50%'); adesso in questa ultima ordinanza lascia libere le famiglie. Si tratta comunque di una misura derogatoria rispetto alla disciplina statale, ma, se si prescinde dalla problematica delle competenze, penso sia una scelta ragionevole soprattutto in vista delle varianti e dell'incremento dei contagi: lasciare spazi alle libertà individuali è equilibrato e rappresenta un intelligente sintesi del diritto alla salute e di quello all'istruzione". Quindi il costituzionalista interviene anche sulle rivendicazioni del Comitato nazionale Dad per tutti al diritto di scelta delle famiglie: "E' una impostazione che condivido - afferma - Lo stesso argomento andrebbe posto anche all'università dove, similmente, andrebbe lasciata agli studenti la scelta sul tipo di didattica. C'è, comunque, alla base una valutazione di merito che non può che essere rimessa agli organi politici: ad essi spetta il compito di realizzare quella difficile sintesi tra contrasto della pandemia, libertà di salute e diritto all’istruzione. E in questa prospettiva, la soluzione elaborata dal Governatore della Puglia, pur "non essendo una soluzione costituzionalmente imposta e pur ponendo problemi di competenza rispetto alla disciplina statale, rappresenta uno stimolo intelligente che va nella giusta direzione, su cui può e, a mio avviso, sarebbe opportuno intervenisse il legislatore nazionale". (di Roberta Lanzara)
Josè Agostinho Becker, padre del portiere brasiliano, è stato trovato privo di vita nella diga del ranch di famiglia
AGI - Non è certo la parlata di Suarez: Bergoglio non ha mai fatto inorridire le orecchie delicate dei puristi con trash linguistici del tipo “bambino porta cucummela”. E poi, chi non si ricorda del “Se sbaglio, mi corigerete” con cui esordì dalla Loggia di San Pietro Karol Wojtyla? È un segno dei tempi. La Chiesa è universale e la sua lingua ufficiosa risente della parlata di chi viene dagli angoli più lontani della Terra per guidarla. Accadde già una volta con il latino e ne nacque proprio l'italiano: ‘sao ko kelle terre' si disse di fronte a un chierico. Non ci si lamenti, dunque, non si arricci il naso. Si accetti, piuttosto, il nuovo che avanza. Papa Francesco, argentino ma notoriamente di origini italiane, è di lingua madre spagnola e parla assai bene l'italiano, come pochi. Il fatto è che ci mette del suo, e se Giovanni Paolo II mutuava inevitabilmente dal latino, essendo egli proveniente da idioma di radice indoeuropea ma di ceppo slavo, Bergoglio allo spagnolismo inevitabile affianca rare capacità di elaborazione originale. Non lo diciamo noi: lo dice la Treccani. E se lo dice la Treccani è come se lo dicesse la Cassazione. Errore grave, quindi, liquidare il lessico bergogliano come l'ennesimo caso di itagnolo. Quella lingua, vale a dire, sviluppatasi nella diaspora migratoria verso il Cono Sud le cui tracce si trovano, effettivamente, nei documenti di molte amministrazioni locali argentine. Non c'è cittadina, tra Rosario e Buenos Aires, che non abbia nei suoi archivi risalenti a un secolo fa il rapporto di un pompiere, come anche un resoconto sulla gazzetta locale, che non sia in spagnolo infarcito di italianismi. O, piuttosto, all'incontrario: italiano infarcito di spagnolismi. Difficile dire. Tra i neologismi del Pontefice personalmente ne indichiamo uno, assai ricorrente. Il Papa ama dire “scientisti” per “scienziati”: “Pochi giorni fa incontravo degli scientisti”, ha raccontato ancora di recente, aggiungendo che secondo i suoi interlocutori i robot non avranno mai la tenerezza di un essere umano. La Treccani articola il suo ragionamento, nel promuovere l'italiano parlato dal Pontefice, in modo complesso e tecnico. Lo definisce per quello che è, cioè “neologista” (si vada su treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/papa eccetera eccetera). Poi lo spiega, e in fin dei conti si direbbe lo giustifichi. Anzi: lo approva pienamente. “Non c'è dubbio che il linguaggio di Papa Francesco si caratterizzi per la sua profonda ‘dialogicità' nei rapporti con gli altri”, premette, “interpellati con forme allocutive della lingua comune, pur essendo il suo parlato tecnicamente uno scambio unidirezionale, ovvero parlato con interlocutori presenti ma lontani ("bidirezionale a distanza"), rispetto a uno scambio bidirezionale, faccia a faccia, con turno di parola”. Pertanto “la lingua di cui Papa Francesco si serve per realizzare tale finalità 'langagière' o locutoria non è peraltro, com'è noto, il suo nativo spagnolo sudamericano, ma la lingua italiana, nel solco della tradizione della Chiesa, lontana da ogni tentazione dell'uso dell'anglo-americano come lingua internazionale o veicolare”. Insomma, scevra da anglismi come notebook, social, donor, link, template e altro, una lingua che risorge in purezza come se fosse barricata nel contatto con lo spagnolo. Lingua toscana in bocca bairense. E lo spagnolo, si sa, somiglia al padre latino ancor più dell'italiano stesso. E il latino, a sua volta, è la lingua ufficiale della Chiesa. Il cerchio si chiude. Quello che segue è un breve glossario a cura della stessa Treccani. Sono tutte espressioni usate da Papa Francesco. Spuzzare “Caso di prefissato intensivo s-puzzare 'puzzare': «la società corrotta spuzza» (discorso a Scampia, 21 marzo 2015) risalente al piemontese (dei nonni) spussè 'puzzare', indebitamente ‘normalizzato' (o banalizzato) e depotenziato nel denominale puzzare in non pochi giornali cartacei e on line, e in telegiornali nazionali”. Misericordiare “Caso manifestatosi con il misericordiando quale resa del lat. miserando (intervista nel settembre 2013 di Antonio Spadaro S.I.) nel motto Miserando atque eligendo. Lo stesso Pontefice così commenta il proprio uso: ‘il gerundio latino miserando mi sembra intraducibile sia in italiano sia in spagnolo. A me piace tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando'. In realtà però sia lo spagn. misericordiar che l'it. misericordiare, entrambi strutturalmente denominali, erano stati già formati rispettivamente, stando a Google, nel 1749 e nel 1471. Il recupero di Papa Francesco li rimette quindi in gioco a un tempo nelle due lingue”. Nostalgiare “Il denominale nostalgi-are (omelia del 3 dicembre 2014), ‘difenderci dalla nostalgia della schiavitù, difenderci dal 'nostalgiare' la schiavitù', dallo sp. nostalgiar (1906), assente nella lessicografia spagnola ma non in Google libri vs sp. nostalgizar e it. nostalgizzare (1985), documentati in Google”. Mafiarsi “Il pronominale mafiar-si (stessa omelia): ‘quando una società ignora i poveri, li perseguita, li criminalizza, li costringe a 'mafiarsi', quella società si impoverisce fino alla miseria»; in italiano c'è invece l'intransitivo denominale mafiare 'comportarsi da mafioso'”. Colpisce, trattandosi di materiale della Treccani, il costante rinvio a Google. Verrebbe da dire: googlismi e non si sbaglierebbe, visto che “googlista” nel senso di chi smanetta sul noto motore di ricerca viene citato come neologismo dalla stessa Treccani sin dal 2012. Ma è un anglismo, con tutto quel che si è detto dianzi. Comunque, se la Treccani dice “googlare”, non si resti perplessi quando il Papa dice scientisti per scienziati o spuzzare per puzzare. Al contrario: si impari. I nostri nipoti, forse, un giorno parleranno così. Chissà se tra loro ci saranno anche i nipoti di Suarez.
Oltre 4 italiani su dieci sarebbero favorevoli a un nuovo lockdown nazionale per contenere il contagio da coronavirus, anche alla luce della diffusione delle nuove varianti. E' quanto emerge da un sondaggio Emg-Different per Adnkronos. Alla domanda 'in base alle sue conoscenze della situazione attuale e delle nuove varianti Covid, lei è favorevole o contrario ad un nuovo lockdown nazionale?', il 44% degli intervistati si dice favorevole, il 41% contrario (mentre il 15% preferisce non prendere posizione). Tra i favorevoli ad una nuova chiusura su tutto il territorio del Paese, prevalgono gli uomini (47%) rispetto alle donne (41%). Non si registra invece una grande differenza nelle risposte in base alle fasce d'età. Tra i fautori del lockdown, infatti, il 42% è under 35; il 43% è tra i 35 e 54 anni; il 45% over 55 anni. Diversificato invece l'orientamento su base geografica. Tra i favorevoli al lockdown, infatti, ben il 54% è nelle Isole; il 46% al Sud; il 42% al Nordest; il 41% al Centro e 'solo' il 39% al Nordovest. Il sondaggio, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne per sesso, età, regione, classe d'ampiezza demografica dei comuni, è stato realizzato il 23 febbraio 2021 con il metodo della rilevazione telematica su panel, su un campione di 1.479 casi (universo: popolazione italiana maggiorenne), e presenta un intervallo fiduciario positivo/negativo del 2,3%. Totale contatti: 2.000, tasso di risposta 74%; rifiuti/sostituzioni 521 (tasso di rifiuti 26%).
Bper Banca rafforza la squadra del segmento Corporate. In qualità di responsabile del Servizio Global Transaction Banking si unisce al team Stefano Bellucci, che riporta al responsabile della Divisione Imprese e Corporate Finance, Davide Vellani. Lo comunica il gruppo in una nota. La nuova nomina, si legge, si inquadra nella strategia del gruppo volta a rafforzare il proprio posizionamento nelle aree di gestione dei flussi internazionali, nelle operazioni di Export e Trade Finance, nella gestione di rischi finanziari sui Tassi e Cambi e nelle operazioni sulla piattaforma Cbi. Bellucci, 56 anni, ha maturato un’esperienza trentennale nel settore bancario e assicurativo, ricoprendo molteplici ruoli nell’ambito del Corporate Finance, dell’Export Credit e Trade Finance. La capacità di valutazione e gestione dei rischi di controparti sia domestiche sia estere ha caratterizzato il suo background bancario e assicurativo. Nel Gruppo Credit Agricole è stato Responsabile dell’Estero Commerciale coordinando la rete di specialisti estero e il team centrale di strutturazione delle operazioni. In Sace Spa (società del Gruppo Cdp) ha ricoperto il ruolo di Area Manager Centro Nord per la rete Mid Cap e a seguire ha assunto il Ruolo di Responsabile Nazionale per Pmi. Commenta il vicedirettore generale e Chief Business Officer di Bper Banca, Pierpio Cerfogli: "Stefano Bellucci è un professionista con un’esperienza di alto livello nella gestione dei flussi internazionali. Accogliamo il suo arrivo in Bper Banca con particolare soddisfazione perché rappresenta un valore aggiunto in un ambito nel quale siamo già molto competitivi. Per completare la strategia di rafforzamento del servizio, inoltre, in queste settimane verranno potenziati gli strumenti offerti dal portale www.bperestero.it per supportare al meglio i progetti di internazionalizzazione delle aziende", conclude Cerfogli.
Il primo anticipo di domani tra Torino e Sassuolo è stato rinviato. La Lega ha preso atto di...
Il futuro di Donnarumma, che potrebbe festeggiare oggi l'ultimo compleanno ancora con la maglia Milan.
Un team di ricercatori di ENEA, CNR e ISS sta studiando un modo per usare le piante al fine di produrre vaccini e anticorpi contro il coronavirus.
Nuovo Dpcm in arrivo, il primo del premier Mario Draghi, e governo e Regioni si dividono sull'apertura della scuola, in un quadro caratterizzato dalle varianti del covid, e sulla richiesta di cambiare il sistema di zone. Nel corso della riunione di oggi sul Dpcm, in vigore dal 6 marzo, il confronto si è infatti un po' inasprito quando da alcune Regioni, tra cui Veneto, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Campania, è arrivata la richiesta di far valutare al Cts l'impatto che ha la scuola in presenza nell'attuale situazione epidemiologica, dove la circolazione delle varianti potrebbe far partire la terza ondata. E' stato lo stesso governatore pugliese Michele Emiliano a proporre di tenere le scuole chiuse fino a che tutti gli insegnanti non saranno vaccinati, ponendo interrogativi sulla responsabilità giuridica dei presidenti in caso di mancata tutela della sicurezza sul lavoro degli insegnanti. ''Chiedere la riapertura delle attività economiche e la chiusura delle scuole è una contraddizione di fondo'', avrebbe detto, a quanto si apprende, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini. Altro punto caldo la richiesta di cambiare il metodo delle fasce a colori. Su questo il ministro ha sottolineato che ''questo governo non vuole usare la logica del cacciavite, ma per cambiare completamente un metodo, il sistema delle fasce, ne serve uno diverso". "E - ha aggiunto Gelmini - al momento mi pare che questo non ci sia, perché nessuno ha indicato un metodo alternativo. Quindi l’esecutivo, che è nato da poco più di una settimana, interverrà certamente per modificare ciò che non ha funzionato, raccogliendo le proposte che avete fatto”. "Ho chiesto formalmente che il Cts si esprima ufficialmente rispetto all'apertura delle scuole", ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia spiegando quanto chiesto oggi nel corso dell'incontro tra governo e regioni. Perché, ha spiegato il governatore del Veneto, "la scuola è una realtà sacra quando decisi la chiusura parlai chiaramente di una 'sconfitta' -ha ricordato Zaia- ma, se la guardiamo dal lato epidemiologico il Cts ci deve dire perché altre forme di aggregazione sono pericolose e la scuola no. Perché noi non siamo in grado di esprimere una valutazione scientifica". Quindi per Zaia "è bene che si faccia chiarezza e che ognuno si prenda le proprie responsabilità perché nel momento in cui il ministro comunica ai governatori che ci dobbiamo aspettare un'ondata di contagi visto quello che sta succedendo in Europa e già in alcune regioni, è giusto sentire il Cts se va bene tenere aperte le scuole", ha concluso il governatore del Veneto.
Ecco come imitare la sua beauty routine e arrivare perfette all'estate
La CAN ha reso noti i nomi degli arbitri che dirigeranno le gare del prossimo turno di campionato.
Assente illustre durante l’ultimo vertice sull’andamento del piano vaccinale in Italia convocato dal premier, l'ipotesi di un addio tra le parti prende sempre più piede
Per il leader della Lega "parlare già oggi di una Pasqua chiusi in casa non mi sembra rispettoso degli italiani”. Il segretario dem: "Rischia di portare l'Italia fuori strada"
Tre dosi di vaccino covid per battere anche le varianti del coronavirus, in particolare quella sudafricana. È l'ipotesi allo studio di Pfizer e BioNTech che annunciano l'avvio di una ricerca sulla sicurezza e l'immunogenicità di una terza dose del loro vaccino anti-Covid, per valutare l'efficacia di un richiamo contro l'infezione causata da varianti di Sars-CoV-2 già circolanti o che potrebbero emergere in futuro. Ai partecipanti del trial di fase 1 condotto sul vaccino Pfizer-BioNTech negli Usa verrà offerta la possibilità di ricevere una terza dose di 30 microgrammi, da 6 a 12 mesi dopo aver completato le prime due somministrazioni. Inoltre, Pfizer e BioNTech informano che sono in corso interlocuzioni con le autorità regolatorie internazionali, comprese la Fda statunitense e l'Ema europea, in merito a un nuovo studio clinico. Obiettivo: la valutazione, per l'eventuale registrazione, di un vaccino specifico contro la variante sudafricana del coronavirus. "Anche se non abbiamo alcuna prova che le varianti circolanti" di Sars-CoV-2 "comportino una perdita della protezione fornita dal nostro vaccino - afferma Albert Bourla, presidente e Ceo di Pfizer - stiamo adottando più misure per agire con decisione ed essere pronti nel caso in cui un ceppo diventi resistente al vaccino. Questo studio di richiamo", che valuterà fino a 144 partecipanti al trial di fase 1 in due coorti di età, 18-55 e 65-85 anni, "è fondamentale per comprendere la sicurezza e l'immunogenicità di una terza dose contro i ceppi circolanti. Allo stesso tempo, stiamo facendo opportuni investimenti e dialoghiamo con le autorità regolatorie per prepararci eventualmente a sviluppare un vaccino a mRna aggiornato o di richiamo, se necessario, e richiederne l'autorizzazione". "La nostra strategia proattiva di sviluppo clinico mira a creare oggi le basi che ci permetteranno di affrontare le sfide di domani - dichiara Ugur Sahin, Ceo e co-fondatore di BioNTech - Vogliamo essere preparati per diversi scenari. Pertanto valuteremo un richiamo" successivo alle due dosi dell'attuale vaccino, "e ci prepareremo per un potenziale rapido adattamento del prodotto in modo da affrontare nuove varianti che potrebbero sfuggire all'attuale versione del nostro vaccino. La flessibilità della nostra piattaforma brevettata di vaccini a mRna ci consente tecnicamente di sviluppare vaccini di richiamo in poche settimane, se occorre. Questo percorso normativo è già stabilito per altre malattie infettive come l'influenza. Adottiamo queste misure per garantire un'immunità a lungo termine contro il coronavirus e le sue varianti".
AGI - La pandemia ha "contagiato" anche il sesso, provocando una vera e propria battuta d'arresto nella sfera intima di molte coppie. Sei uomini su 10, durante l'isolamento della scorsa primavera, hanno avuto disfunzioni sessuali, che, purtroppo, perdurano per il 24% anche se le restrizioni sono ora meno severe. A segnalarlo è uno studio condotto online nel 2020 dalla Società Italiana di Andrologia (SIA), i cui primi risultati vengono diffusi oggi in occasione dell'avvio dell'iniziativa Keep in Touch 2021, un ciclo di incontri in diretta sul web per chiarire tutti i dubbi sulla salute maschile in tempo di pandemia. Dopo la prima puntata dedicata alle disfunzioni sessuali, sono previsti altri 9 appuntamenti a cadenza quindicinale, il giovedì dalle 19 alle 20. "L'arrivo della pandemia ha riscritto in modo radicale la vita delle persone, impattando in maniera inevitabile anche sull'attività sessuale - osserva Alessandro Palmieri, presidente SIA e Professore di Urologia Università Federico II di Napoli - Sono stati molti i fattori che hanno messo a dura prova l'eros. A cominciare dall'ansia e dalla preoccupazione su 'cosa accadrà', la faticosa gestione della nuova vita per l'eccessiva vicinanza con il partner o, al contrario, per l'eccesso di distanza per le coppie non conviventi". "Per questo - precisa Palmieri - abbiamo deciso di indagare la soddisfazione sessuale degli italiani attraverso uno studio clinico condotto online durante il primo lockdown della scorsa primavera, coinvolgendo 2692 persone da tutte le Regioni. I dati raccolti mostrano che in quarantena il 59% degli uomini, ha avuto disfunzioni sessuali. Non abbiamo rilevato differenze in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto, le Regioni con il più alto tasso di casi di Covid-19, né fra il personale sanitario. La funzione sessuale è migliorata quando le restrizioni sono state allentate, ma il 24% degli uomini ha confermato di avere ancora difficoltà sessuali - sottolinea Palmieri - Numerose rilevazioni confermano anche una diminuzione dell'attività sessuale durante la quarantena, tanto che solo un uomo su cinque afferma di aver mantenuto un livello di attività sessuale quasi uguale al periodo pre-Covid e 8 su 10 ammettono di aver avuto un calo del desiderio. Aggiunge Palmieri: "L'Istat ha inoltre stimato conseguenze sulla natalità che vedrà un nuovo crollo delle nascite: si stimano appena 408.000 nuovi nati, ancora peggio dei livelli già bassi del 2019, quando ci sono state solo 420.000 nascite. Per questo abbiamo deciso di programmare, a cadenza quindicinale, un ciclo di appuntamenti online di informazione". "Vogliamo essere vicini agli uomini e alle coppie in un momento che è tuttora di grave disagio, in cui la popolazione ha perso punti di riferimento e vive come 'sospesa': vogliamo portare nelle case degli italiani un dibattito fra i maggiori esperti di tematiche andrologiche molto sentite, in maniera semplice e fruibile da pc, tablet o smartphone in un comodo orario preserale. Sarà un momento in cui gli specialisti si spoglieranno dei panni dello scienziato che discute solo con i suoi pari per interagire con tutti i cittadini, rispondendo ai loro bisogni", conclude Palmieri.
Alex Schwazer sarà uno degli ospiti di Sanremo 2021: i dettagli e il motivo per cui Amadeus l'ha fortemente voluto.
Sono 21 i calciatori chiamati dal tecnico per il ritorno dei sedicesimi di Europa League con il Granada.
L’indagine su due ragazze scomparse nel Montana apre la strada ad altre tormentose scoperte in questa serie tv thriller poliziesca statunitense che ha riscosso grande successo. Ecco 5 imperdibili domande su Big Sky