Mi-Serve, a Milano un servizio per il lavoro on demand
Si chiama Mi-Serve il servizio, attivo dallo scorso novembre, che fa incontrare esecutori e richiedenti, domanda e offerta per piccoli lavori o incarichi di breve durata, di poche ore, di pochi giorni o legati a uno specifico evento o progetto. Nato dall’incontro fra il Comune di Milano e la piattaforma SolverCity, il sito è destinato a coloro che hanno bisogno di servizi e commissioni su misura ma non hanno tempo per svolgerli, a chi ha bisogno di un esperto a cui assegnare compiti e consulenze precise, a tutti gli esperti e i professionisti disponibili a offrire consulenze di qualsiasi tipo e durata, anche a ore.
Dal consulente Seo al personal shopper, dal cuoco a domicilio al maestro di sci, la piattaforma SolverCity è un mercato lavorativo virtuale aperto a tutti, dai giovani che si affacciano sul mercato del lavoro ai disoccupati, da chi necessita di un reddito accessorio agli studenti lavoratori. I Centri per l’impiego comunali hanno compreso che occorre rivedere i canali di incontro fra domanda e offerta e, dallo scorso novembre, invitano tutti coloro che si recano nei loro uffici a iscriversi a Mi-Serve, la cui piattaforma sarà online in via sperimentale per almeno quindici mesi. In poche settimane 500 persone si sono già iscritte al servizio.
Mi-Serve: come funziona
Le due figure che confluiscono sulla piattaforma sono il richiedente e l’esecutore. Il richiedente: 1) descrive e quota il suo bisogno specificando quale servizio gli necessita, quando e dove e quanto verrà pagato all’esecutore; 2) accetta o rifiuta il candidato; 3) conferma o nega il completamento del servizio; 4) paga il servizio. L’esecutore: 1) si registra e riceve una notifica ogni volta che viene inserita una richiesta che può interessargli, si candida e aspetta l’accettazione del richiedente; 2) costruisce la propria agenda; 3) svolge l’incarico e ne conferma il completamento; 4) viene pagato o denuncia il mancato pagamento.
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Chiunque può candidarsi ed eseguire i propri incarichi ricevendo il pagamento tramite PayPall e usufruendo dei voucher Inps. Gli esecutori devono aprire partita Iva qualora venga superata la soglia dei 5000 euro annui e dovranno sempre fornire la ricevuta. I servizi possono essere dichiarati insoddisfacenti per un massimo di due volte l’anno dallo stesso richiedente oppure tre volte l’anno da qualsiasi richiedente. Per quanto riguarda i richiedenti non sono ammesse richieste illegali e fuori dal comune senso civico e pudico, e non si può reputare il servizio insoddisfacente per più di tre volte l’anno verso qualsiasi insieme di lavoratori. Inoltre, un servizio dichiarato soddisfacente e non pagato comporta l’espulsione del richiedente.
In maniera bilaterale richiedente e Solver potranno modificare una volta sola la richiesta in termini di compenso, data, ora e luogo del servizio. Il meccanismo fiduciario è quello classico, già ampiamento collaudato da portali come eBay o da altri siti nei quali si offrono prestazioni attraverso il web: ogni Solver avrà un rating che permetterà ai richiedenti di valutare coloro che offrono le prestazioni qualitativamente più alte. Attraverso questi rating committenti e lavoratori potranno rifiutarsi oppure decidere di collaborare. Questa formula pensata per eliminare il lavoro nero e il caporalato potrebbe diventare un importante canale di recruiting, la speranza è che anche altre città ripetano l’esperienza che a Milano sta iniziando a dare i primi frutti.
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