Miglioramento propensione al rischio: lievitano asset rischiosi
I mercati stornano le perdite
di Arnaud Masset
Martedì i mercati si preparano a un’altra seduta sulle montagne russe; dopo due giorni di caos, gli investitori ora sono passati alla modalità di propensione al rischio. Gli indici azionari sono positivi quasi ovunque, ad approfittare maggiormente dell’inversione sono i listini europei. Il Footsie inglese guadagna il 2,07%, il DAX tedesco il 2,19% e le azioni italiane sono in rialzo del 4,40%. I titoli finanziari hanno stornato parzialmente le enormi perdite di ieri, il titolo Lloyds guadagna il 6,60%, Prudential (HKSE: 2378.HK - notizie) segna un +9,45%, Barclays (Swiss: BARC.SW - notizie) +5,95%, Deutsche Bank (Londra: 0H7D.L - notizie) +4,55% e Allianz (Hannover: ALVN.HA - notizie) +3,90%. In Svizzera, UBS è in rialzo dell’1,20% e Credit Suisse (Londra: 0QP5.L - notizie) del 2,95%.
In un contesto tale, il metallo giallo ha ceduto lo 0,85% scendendo a 1.313 USD, l’argento è scivolato dello 0,53%, a 17,64 USD. Il franco svizzero riprende fiato dopo le forti pressioni all’acquisto alimentate dalla Brexit. Stamattina la coppia EUR/CHF ha toccato quota 1,08518, per poi consolidarsi intorno a 1,0835. È difficile dire se i mercati finanziari continueranno a riprendersi, perché l’incertezza dovuta al voto sulla Brexit probabilmente perdurerà nel prossimo futuro. Tenetevi pronti, giorno dopo giorno, a possibili oscillazioni da montagne russe.
JPY alla prova della Brexit
di Yann Quelenn
Il voto sulla Brexit ha avuto la conseguenza ovvia di far aumentare la domanda di asset sicuri, e soprattutto dello yen. La valuta giapponese passa di mano molto vicino a quota 101 contro il biglietto verde, livello minimo dal 2014. Il risultato del voto ha colto evidentemente di sorpresa i banchieri della BoJ, circostanza che sta mettendo a rischio l’efficacia dell’attuale politica monetaria dello stato insulare.
In effetti, sembra che le cose non facciano che peggiorare in Giappone, soprattutto perché il voto avrà delle conseguenze per gli USA, che, a loro volta, peseranno sulle esportazioni giapponesi. Il corso dei tassi della Fed verso la normalizzazione, per quanto ampiamente atteso dai mercati, sta subendo un rallentamento. I future sui fondi federali indicano che sono possibili tassi negativi,anche se la probabilità è bassa. La cosiddetta divergenza fra le politiche monetarie degli USA e delle altre banche centrali ha rappresentato una questione centrale per i mercati, anche se avevamo anticipato che, secondo noi, le politiche stavano convergendo. La nostra previsione si è concretizzata. Le pressioni al rialzo sullo JPY dovrebbero continuare.
Quindi, cosa succederà? I mercati ora attendono una reazione dai banchieri della BoJ. Riteniamo che si dovrebbero aggiungere degli stimoli, sempre nel tentativo di indebolire la valuta. Crediamo, inoltre, che le incertezze globali probabilmente non si attenueranno e continueranno a minacciare la stabilità del Giappone. Alla fine di luglio ci sarà la prossima riunione della BoJ e, secondo noi, la banca centrale dovrebbe allentare ulteriormente la politica e rendere i tassi ancor più negativi.
Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online