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Milano appesantita dalle banche

Chiusura in positivo per tutte le principali borse europee, fatta eccezione per Milano che ha terminato in calo di un mezzo punto percentuale. La differenza l’hanno fatta i bancari. A guidare la performance negativa sul listino milanese è stata Banca Monte dei Paschi di Siena (IOB: 0R7P.IL - notizie) (-10%), oggetto di forti vendite questo pomeriggio dopo la notizia della mancata proroga concessa dalla Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) sull’aumento di capitale rispetto alla scadenza fissata per il 31 dicembre. La soluzione di mercato esce inevitabilmente dal tavolo delle opzioni, dato che l’ultima data disponibile per la partenza dell’aumento sarebbe essere il 12 dicembre (andare oltre non avrebbe senso viste le festività). A questo punto, il piano “B” di cui si è parlato tanto torna in scena. La banca potrebbe essere nazionalizzata attraverso un piano di burden sharing con ingresso del Tesoro attraverso l’acquisto di bond da convertire poi in azioni. Sebbene la scarsa patrimonializzazione della banca fosse cosa nota da tempo e il piano messo in piedi da Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e JP Morgan fosse piuttosto audace, crediamo che l’esito referendario abbia contribuito sensibilmente ad aumentare le probabilità di un suo insuccesso, com’era prevedibile.

A questo non punto, non c’è più tempo. Già nel week end potremmo e dovremmo avere sviluppi in merito alla vicenda MPS (BSE: MPSLTD.BO - notizie) onde evitare che la prossima settimana i timori si diffondano anche al resto del settore, oggi colpito dalle prese di profitto dopo il recente rally.

Tornando alle manovre Bce annunciate ieri, la nostra impressione è che, nel complesso, le misure abbiano più che soddisfatto le aspettative degli operatori. Il colpo al cerchio e alla botte dato al QE non ha turbato quindi il mercato, che già in parte scontava simili misure. Il resto lo ha fatto la retorica. L'impegno della Bce ad aumentare nuovamente gli acquisti se la situazione dovesse peggiorare è un messaggio importante per gli operatori, che mantiene spalancata la porta per un atteggiamento super accomodante da parte dell'Istituto di Francoforte. Questo concetto è stato rafforzato dalla fatto che la Bce non ha mai parlato di tapering. L'impegno fino a dicembre del prossimo anno contribuisce a ridurre l'incertezza sulle manovre della Bce, con gli operatori che possono stare tranquilli per un po'. Probabilmente a favorire una simile soluzione potrebbe essere stato il fatto che a settembre ci saranno le elezioni tedesche- L'unico neo forse è arrivato dai criteri di ripartizione, rimasti invariati (a largo consenso) e che non hanno visto una revisione a favore della periferia, probabilmente grazie alla buona tenuta dei mercati post referendum costituzionale.

Sui mercati, l'euro/dollaro oggi ha ripreso a scendere, riportandosi nuovamente al ridosso del supporto strategico a 1,0520. Il cambio ormai ha nel mirino la soglia di 1,0500, livello che potrebbe forzare in scia alla riunione della Federal Reserve della prossima settimana. La sua rottura dipenderà dal tono che la Fed lascerà trasparire nel comunicato e soprattutto attraverso i dot plot. Sul fronte equity, se a Wall Street il rally da reflazionamento non sembra mollare la presa, questa settimana lo scettro di miglior borsa spetta a Piazza Affari, che con un +7,1%, segna la miglior performance settimanale da novembre 2011.

VINCENZO LONGO

Market Strategist

Autore: IG Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online