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L'uomo che diventa milionario 'a sua insaputa' ma è braccato dal fisco

Un professionista di Aosta ha ereditato 5 milioni di euro ma ha scoperto del lascito solo perché non ha pagato le tasse per dieci anni

Ritrovarsi un’eredità di cinque milioni di euro di punto in bianco può essere uno di quei colpi di fortuna che capitano solo a pochi eletti. Quando però ci si mette di mezzo il fisco,  la manna piovuta dal cielo rischia di trasformarsi in una disavventura. Come quella avvenuta a un professionista sessantenne di Aosta, che nel 2012 ha scoperto per puro caso che dieci anni prima ha ereditato “a sua insaputa” un patrimonio colossale di 5 milioni fatto da denaro liquido, azioni, appartamenti, immobili, terreni, fondi di investimento.

Peccato che il fisco gli abbia contestato di non aver versato un centesimo di tasse per dieci anni. Un evasore quindi, senza saperlo. A raccontare la singolare vicenda è La Stampa, al quale il “malcapitato” ha dichiarato che nessuno lo aveva avvertito del generoso lascito. “Non c’è scritto da nessuna parte che devi avvertire un erede sul fatto che ha ereditato, e così lui può anche restare all’oscuro di tutto”, ha detto.

Nello specifico, ad aver ereditato quel patrimonio sono i figli del professionista, anch’essi all’oscuro di tutto. Il benefattore, indirettamente, è lo scomparso nonno materno, un uomo di Torino diventato ricco a sua volta grazie a un’eredità immobiliare e a una serie di investimenti intelligenti. Sono i nipoti a beneficiare dell’eredità in quanto sua figlia (la moglie del professionista) è morta nel 1991.

Sia il genero vedovo che i due giovani ereditieri avrebbero saputo del prezioso lascito se non fosse che a complicare il tutto ci si fossero messe alcune tensioni familiari. I rapporti tra il sessantenne valdostano e i genitori della moglie andarono infatti  deteriorandosi già prima del matrimonio e neanche la nascita dei due figli e la morte della donna nel 1991 servì a far riconciliare le due famiglie.

Normale che dove non c’è comunicazione non si può venire a sapere facilmente neanche di cose potenzialmente positive come una ricca eredità.  Come dice il sessantenne a La Stampa, “nel 2002 morì mia suocera, ma solo alla scomparsa di mio suocero, nell’aprile 2012 e cioè dieci anni dopo, venni a sapere che, non avendo fatto con la moglie la divisione dei beni, quest’ultima era proprietaria della metà di tutti i beni e quindi, dal giugno 2002, la ‘torta’ era diventata del 75% di mio suocero e del 25% dei miei figli”.

Eredi, appunto, di un quarto del patrimonio della nonna e senza la possibilità, fino alla maggiore età, di entrare in possesso degli alloggi di quest’ultima in Piemonte e Liguria, né degli affitti che percepivano né della liquidità a disposizione.  Toccava al padre, a meno che l’eredità non fosse stata rifiutata, adempiere agli obblighi fiscali nel frattempo.  Obblighi disattesi per il fatto che – dice il professionista – “nessuno ci aveva detto nulla”.  Ora il problema sarà dimostrarlo all’Agenzia delle Entrate.

Intanto, la storia, per quanto paradossale, è approdata persino in Parlamento. Il senatore Franco Cardiello ha infatti firmato un disegno di legge per cambiare le regole sulle successioni e obbligare, laddove non è presente un testamento scritto (così come avvenuto per il professionista di Aosta) gli eredi che hanno presentato una successione a informare gli altri beneficiari del lascito. Insomma, chi riceve dei soldi (in questo caso il nonno, beneficiario della metà della proprietà di sua moglie dopo la scomparsa) è pregato di dirlo anche agli altri che hanno diritto a quell’eredità.

Ma è possibile essere eredi e non saperlo? Risponde a Yahoo! Finanza il notaio F. A. : “Quando muore una persona si apre una successione. L'eredità si devolve tramite testamento, e in questo caso si viene chiamati dal notaio, o è la Legge stessa a stabilire le categorie di soggetti che subentrano. Nel caso in questione erano subentrati in rappresentanza della madre, che era mancata, i due figli, seppur minorenni. La chiamata all'eredità non rende però eredi subito: l'eredità va accettata in un arco di tempo decennale. La persona che viene chiamata deve dire: lo voglio, in maniera espressa, dinnanzi al notaio o al cancelliere”.

E gli obblighi fiscali? “ Le persone chiamate all'eredità devono presentare una dichiarazione fiscale, ma gli adempimenti possono essere presentati anche da uno solo per tutti gli altri; purché si paghi. Si può pagare anche dopo, ma con la mora. Tuttavia, è possibile che si non sappia che un altro coerede abbia presentato la dichiarazione di successione. Si presenta inoltre un albero genealogico, che appunto permette di conoscere complessivamente il quadro degli eredi. Tuttavia, questa procedura, che va effettuata nell'arco di 12 mesi, non implica che i soggetti abbiano accettato tutti l'eredità. La dichiarazione di successione è un obbligo per chi intende acquistare l’eredità, ma il fatto di aver ottemperato a tale obbligo non equivale ad aver accettato implicitamente l’eredità. Infatti si può decidere se accettare o rinunziare all’eredità per 10 anni a partire dall’apertura della successione.Va da sé che se io, chiamato all’eredità, non ho intenzione di accettarla, la dichiarazione  di successione non la presento, tanto poi rinunzio all’eredità o comunque non la accetto. Se poi cambio idea nel corso dei dieci anni, posso accettare l’eredità e presentare tardivamente la dichiarazione di successione, pagando in tal caso, oltre alle tasse, una multa.”.

Si può affermare di non sapere di aver ereditato? “No, se non c'è testamento, l'eredità si devolve per legge e in tal caso la legge non prevede nessun obbligo di comunicazione ai futuri eredi. I futuri eredi infatti sono i familiari e la legge presume che i familiari lo sappiano di essere potenziali eredi. Io posso affermare di non essere entrato in possesso dell'eredità ma non di conoscere la mia posizione di potenziale erede. L'ignoranza della legge non è ammessa dal nostro ordinamento”. 

Tuttavia, nel caso specifico, “si può dimostrare di non essere stati in possesso dei beni ereditari per un certo tempo stabilito dalla legge, secondo l'articolo 485 del codice civile. Inoltre, chiariamo che essere in possesso dei beni non significa essere in possesso di tutti i beni; ma anche di uno o due. Precisamente, l’articolo del codice civile stabilisce che il chiamato all’eredità che si trova nel possesso dei beni ereditari (es. il figlio che abita nella casa paterna dopo la morte del padre), si considera erede puro e semplice se non fa entro tre mesi quanto è prescritto in questo articolo. Detto altrimenti, il chiamato all'eredità nel possesso materiale dei beni ereditari che non fa quanto prescritto dal 485 codice civile, secondo la legge "accetta" l'eredità in modo implicito.Va da sé che il chiamato all’eredità, se non si trova nel possesso materiale di alcun bene facente parte dell’eredità, può anche disinteressarsi dell’eredità, non operando per lui la norma del codice civile. Cioè, il chiamato all’eredità che non è nel possesso dei beni ereditari può diventare erede solo in modo espresso, accettando l’eredità.Se non si verifica una delle due predette condizioni, il chiamato all'eredità semplicemente rimane inerte, cioè non diventa erede né rinunzia all'eredità. Scorre il tempo, e se passano 10 anni dall'apertura della successione, il chiamato perde il diritto di accettare l'eredità per prescrizione”. 

Rifiutare un'eredità dopo averla accettata: è possibile? “Non si può rifiutare un'eredità dopo averla accettata, si dice "semel heres semper heres". Ma in questo caso a chi spetta pagare? “Nel caso in questione i figli del professionista devono pagare le tasse di successione, perché eredi, o per meglio dire perché tali sono ritenuti dall'Agenzia delle Entrate. Altrimenti devono dimostrare che per loro non si sono verificati i presupposti dell'art. 485 e quindi non sono mai diventati eredi, e per questo non spetta loro pagare le tasse di successione”.

Nel caso dei minori, poi, spiega il notaio “deve essere il padre, con una procedura davanti al giudice, ad accettare l'eredità e va fatto un inventario dei beni, per non confondere i beni dei bambini con quelli dell'eredità. Se non viene fatto, entro un anno dalla maggiore età si diventa eredi puri e semplici. Nel caso in questione devono dimostrare di non essere stati in possesso dei beni, ma non possono dire che non lo sapevano a meno che non ignorino la legge italiana e il loro stesso essere successibili. Lo Stato non è tenuto ad avvertire