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"Mind", entro il 2025 il primo quartiere italiano a impatto zero (di G. Lonardi)

(Photo: Laura Lezza via Getty Images)
(Photo: Laura Lezza via Getty Images)

(di Giorgio Lonardi)

Si fa presto a crogiolarsi nell’attesa di un futuro descritto come un paradiso green in cui carbone e petrolio saranno considerati come cascami di un mondo scomparso. Ma l’attenzione si riduce nei confronti di quelle sfide che si misurano con le difficoltà del presente. Quanti sanno che in Italia c’è un quartiere che sarà a impatto zero entro il 2025, con cinque anni di anticipo rispetto a quanto previsto dagli accordi di Parigi e dai target europei sul clima? Questo quartiere si chiama Mind, acronimo di Milan Innovation District e sta sorgendo a Milano nell’area, un milione di metri quadrati, che aveva ospitato Expo 2015.

A regime, cioè nel 2029, Mind ospiterà circa 60 mila persone fra residenti e pendolari, compresi scienziati, tecnici, ricercatori ma anche studenti, medici, pazienti. Fra le istituzioni presenti spiccano il Campus scientifico dell’Università Statale, l’ospedale Galeazzi e lo Human Technopole, il nuovo istituto italiano di ricerca per le scienze della vita. Ma ci saranno almeno 35 grandi e medie aziende private ed è annunciato un forte impegno economico per sviluppare nuove tecnologie verdi indispensabili per raggiungere i traguardi più ambiziosi. Gli investimenti previsti sono enormi e raggiungeranno i 5 miliardi tra fondi pubblici e privati.

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Sempre in questo spicchio di Milano proiettato sulla strada della decarbonizzazione stanno partendo una serie di programmi legati all’innovazione sociale. Lo conferma la scelta di prevedere nei contratti siglati con i fornitori un gruppo di clausole che regolano il lavoro dei gruppi svantaggiati. E lo certifica il progetto pilota che ha coinvolto il ministero della Giustizia e Lendlease, sviluppatore immobiliare australiano e “regista” del progetto Mind, per l’inserimento lavorativo di un gruppo di detenuti del vicino carcere di Bollate.

Non è un caso, dun...

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.