Mini stangata sulla spesa, da gennaio si pagheranno anche i sacchetti della frutta
di Fabrizio Arnhold
Un altro costo al supermercato. Non è di quelli che mandano in rovina il bilancio familiare ma, comunque, si tratta lo stesso di una spesa un più. Dal primo gennaio 2018, infatti, i sacchetti che abbiamo sempre usato gratuitamente per riporre la frutta e la verdura prima di pesarla, saranno a pagamento. Non si scappa perché i supermercati che volessero lasciarli gratuiti rischiano una multa da un minimo di 2mila e 500 euro fino a 100mila euro.
A stabilirlo è una legge contenuta nelle “Disposizioni urgenti per la crescita economica del Mezzogiorno”, e la correlazione con i sacchetti della frutta e verdura al supermercato si fatica a cogliere. Il Parlamento l’ha approvata il 3 agosto, recependo la direttiva europea per ridurre il consumo di sacchetti di plastica e incentivare quelli biodegradabili. Si pensava ad una proroga che, però, non è arrivata.
Il ministro dell’Ambiente Galletti ha escluso ogni deroga: “Nessuna scusa per chi non è pronto”. Quanto di spenderà di più? Il conto non è facilissimo, ma lo ha provato a fare Roberto La Pira, de “Il Fatto Alimentare”. “I sacchetti attualmente distribuiti gratis – si stima – costano al supermercato poco più di 1 centesimo di euro a pezzo. Per quelli nuovi biodegradabili il prezzo raddoppia, arrivando a 2 centesimi”. Coop, Carrefour, Conad, Esselunga, Auchan: insomma le catene della Gdo faranno pagare i sacchetti di plastica da gennaio 2018.
Le buste che troveremo nei reparti di frutta e verdura, al bancone del pane e della gastronomia, dovranno avere uno spessore inferiore ai 15 micron (micrometri) ed essere biodegradabili e compostabili, contenendo almeno il 40% di materia prima da fonte rinnovabile. Percentuale che salirà al 50% nel 2020 e al 60% l’anno dopo. La legge prevede che il sacchetto si debba pagare per disincentivare l’uso della plastica. A pagare, ovviamente, saranno sempre i cittadini.