Mivar, l'appello alla Samsung. "Venite in Italia e userete la nostra fabbrica gratis"

La Mivar, storica azienda di Abbiategrasso (MI) che per anni ha contraddistinto il mercato italiano degli apparecchi televisivi, ha sul proprio sito internet mandato un appello alla Samsung e all’Asia, al fine di donare nuova vita al grande stabilimento costruito dal patron Carlo Vichi. Il messaggio invita i sudcoreani a utilizzare gratuitamente la struttura Mivar per produrre gli ultimi modelli, al fine sia di mantenere vivo il sogno della struttura sia di dare lavoro a chi con la crisi della Mivar l’aveva perso.

Signori Imprenditori asiatici, siete gli unici costruttori della componentistica elettronica. Venite a rendervi conto dei vantaggi che potreste avere assemblando in Italia 3 milioni all’anno dei vostri televisori, la Mivar vi concederebbe l’uso gratuito di un complesso industriale unico al mondo in provincia di Milano, come pure il supporto necessario a una vostra presenza in Italia. Il governo stesso darà il benvenuto a una Industria costruttrice di televisori. Signor Presidente della Samsung, mandi un suo incaricato a verificare personalmente come stanno le cose, non le costerà nulla

L’invito, che è una via di mezzo tra la provocazione e la serietà, è frutto della mente del 94 enne Carlo Vichi (nella foto), che dopo aver costruito la sua azienda e averla guidata nel periodo del boom, è riuscito a mantenerla in piedi ancora fino a oggi, cambiando solamente il tipo di produzione e non il nome. Dall’originale Milano Vichi Apparecchi Radio ora si è passati a Milano Vichi Arredi Razionali, in quanto dalla sede di Abbiategrasso escono ora tavolini e sedie. La Samsung e le altre potenze internazionali ora al vertice del mercato degli apparecchi televisivi hanno decretato la fine del periodo d’oro della Mivar, a cavallo dell’arrivo nei nostri salotti della tecnologia a cristalli liquidi (i cosiddetti LCD).

Negli anni novanta il fatturato della Mivar era arrivato a superare i 200 miliardi di lire. I lavori per la costruzione della nuova fabbrica di Abbiategrasso incominciarono nel 1990 e finirono nel 2000. Tuttavia, proprio per lo sviluppo delle nuove tecnologie e una tempistica non favorevole, l’azienda fu costretta a ridurre il volume della propria produzione, rendendo l’avveniristico impianto del tutto sottoutilizzato.