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Il moat nel piatto

Cosa deve avere un ristorante per piacere, oltre che ai clienti anche agli investitori? Gli analisti di Morningstar (NasdaqGS: MORN - notizie) lo hanno chiesto direttamente agli operatori di mercato e hanno tracciato un identikit che si articola su quattro punti: 1) fornire un servizio che al di là del prezzo conveniente che includa flessibilità, preparazione del personale e design dei locali; 2) adattarsi ai gusti dei clienti che si stanno orientando verso scelte più salutiste e legate anche alle scelte religiose o etiche (il tutto riuscendo a coniugare convenienza e profitti); 3) strappare i prezzi migliori ai fornitori; 4) fidelizzare la clientela anche con l’utilizzo della tecnologia e di innovative strategie di marketing.

Chi crea vantaggio
“Si tratta di elementi che hanno una forte correlazione con la nostra metodologia per calcolare l’Economic moat di una società (il vantaggio competitivo all’interno del segmento in cui opera, Ndr)”, spiega un report del 23 settembre firmato da R.J. Hottovy. “Molti investitori stanno sottovalutando i cambiamenti che parecchie società del settore stanno attuando per adeguarsi a queste caratteristiche”.

Per identificare i nomi migliori dal punto di vista operativo l’analista ha messo a confronto i migliori player del comparto ristorazione guardando nei tre segmenti che lo formano: casual dining, fast casual e quick service. “I nomi più interessanti nel primo gruppo sono Del Frisco e Cheesecake Factory”, spiega Hottovy. “Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) secondo spiccano Shake Shak e Panera. Nell’ultimo gruppo, che è anche quello più povero dal punto di vista dei gruppi quotati, la parte del leone continua a farla McDonald’s”.

Ma cosa differenzia un player dall’altro, tanto da poter essere definito di successo? “Abbiamo preso in considerazione le catene di ristorazione con almeno 10 punti vendita che sono state capaci, nel giro di 15 anni, di generare un fatturato di almeno 1,5 milioni di dollari per negozio”, spiega l’analista. Da questo punto di vista il segmento del casual dining si è rivelato il migliore con un fatturato medio, per negozio di 5,5 milioni di dollari-. Al secondo posto si piazza il fast casual con 1,6 milioni di dollari, seguito a ruota dal quick service”.