Molestie nel ciclismo, Andreotti: “Salvoldi entrava anche se ero svestita"
Maila Andreotti, campionessa del ciclismo con venti titoli italiani su pista, ha svelato al Corriere della Sera i comportamenti inappropriati del suo CT e di altri uomini interni alla squadra di cui ha fatto parte.
La Procura generale del Coni si è detta preoccupatissima per la vicenda ed “è pronta ad avocare a sé l’inchiesta in caso di archiviazione frettolosa o se non venissero sentiti tutti i testimoni necessari”.
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I massaggi
Durante i precampionati europei juniores e under 23 in Portogallo, a maggio del 2012, Maila aveva 16 anni: “Il marcio l’ho visto la prima volta che ho incontrato un certo massaggiatore”, ha raccontato al Corriere. Mi faceva domande strane, faceva battute un po’ spinte, entrava nella mia camera senza bussare e mi diceva “spogliati” prima dei massaggi”.
“Un massaggiatore normalmente entra, ti mette un asciugamano addosso e ti massaggia. Lui stava a guardarmi mentre mi spogliavo. Mi sono sentita a disagio”, ha confessato la campionessa.
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Le molestie psicologiche
Finita la trasferta in Portogallo, per Maila sono arrivate le molestie psicologiche: “Mi è stato fatto sapere che avrei dovuto farmi andare bene anche le cose che non andavano. Sono stata lasciata a casa dalla nazionale per due anni”.
Salvoldi le diceva: “Lascia la porta della camera aperta”. E, secondo le parole della ciclista, “lui entrava in qualsiasi momento, che tu fossi vestita o no”.
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Nessuna molestia fisica
“Io fisicamente da Salvoldi non sono mai stata molestata”, ha ammesso Maila Andreotti. “Le ragazze che hanno avuto rapporti con lui erano tutte consenzienti. Io sollevo la questione psicologica, non fisica. Certe cose non vanno bene a priori”.
Sui rapporti sessuali del CT, la ragazza ha spiegato: “Chiunque può innamorarsi, non è questo il problema. Lo diventa quando cominci a favorire chi è legata a te. Nel caso di una di loro, che non mi riguardava perché facevamo specialità diverse, ricordo ragazze che piangevano perché venivano lasciate da parte per una che non era la più forte. Tante hanno smesso per questo”.
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Le offese
Salvoldi la offendeva così: “Sei una cicciona, devi dimagrire”, oppure “non vali niente”. Poi l’affondo: “Ha fatto di tutto per portarmi alla decisione di lasciare il ciclismo. L’avevo presa prima che scoppiasse questo putiferio”.
Il bullismo e la violenza psicologica
In merito alla mancata denuncia in Federazione, Andreotti ha spiegato: “Non ho avuto modo di farlo. Tutto si è svolto molto sbrigativamente e in un clima che non ho percepito a me favorevole. Avrei voluto parlare di bullismo e di violenza psicologica”.
Maila Andreotti, secondo quanto riferito, avrebbe avuto una “federazione che mi rema contro, che ha usato le qualificazioni internazionali che ho ottenuto con la mia società per iscrivere altre atlete non ci penso proprio”.