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Il momento di massimo ottimismo è il migliore per vendere

“Boom, boom, boom” titola il report del Sentix Index, un sondaggio che misura il sentiment di oltre 5000 investitori in più di 20 Paesi. In Germania, l’ottimismo degli investitori non è mai stato così forte e in Eurolandia siamo sui livelli massimi dal 2007. Anche negli Stati Uniti a livello globale siamo ai massimi degli ultimi anni.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) giro di poche settimane, i mercati hanno avuto tutte le risposte che aspettavano. Oltre la metà delle società quotate ha riportato i risultati trimestrali, con utili superiori alle attese nella maggior parte dei casi. I giganti della tecnologia, come Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) e Amazon, si sono confermate cash cows, (“mucche da soldi”, in gergo) capaci di generare flussi di cassa impressionanti. Apple con ricavi di 52.6 miliardi di dollari, in salita del 12% rispetto al quarto trimestre fiscale (che finisce il 30 settembre) di un anno fa, risultato conseguito soprattutto grazie alle vendite di iPhone. Amazon con vendite in salita del 34% a 43.7 miliardi di dollari nel terzo trimestre. Risultati capaci di fugare le paure di “bolle” ed eccessiva concentrazione degli investitori sul settore tecnologico.

Sul fronte di politica monetaria, in Europa il Presidente della BCE Mario Draghi ha prospettato una continuazione del programma di stimoli monetari perfettamente in linea con le attese del mercato. Ci sarà una riduzione del ritmo di acquisti di Titoli da 60 a 30 miliardi al mese per i primi 9 mesi del 2018, ma di rialzi dei tassi nemmeno l’ombra. La liquidità rimarrà abbondante ancora per molto tempo.

La Bank of England settimana scorsa ha alzato i tassi dallo 0.25% allo 0.50%, per la prima volta dopo dieci anni, lasciando intendere che non avrà fretta di alzarli di nuovo (nonostante il tasso d’inflazione al 3% nel mese di settembre).

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Negli Stati Uniti, il 2 novembre Donald Trump ha espresso la sua preferenza per il successore di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve: sarà Jerome Powell a prendere le redini della banca centrale americana. Meglio di così Janet Yellen non avrebbe potuto fare, ma per Trump aveva due “mancanze” insuperabili: è democratica ed è una paladina irremovibile della regolamentazione più severa sul settore finanziario voluta da Obama, che invece Trump vuole rendere più leggera. Jerome Powell, repubblicano, rappresenta la linea di continuità con la politica monetaria accomodante applicata da Janet Yellen, colomba.

Altro nodo cruciale che è stato sciolto è l’approvazione del budget americano, che prevede un aumento fino a 1500 miliardi di dollari del deficit nei prossimi 10 anni, per consentire l’approvazione della riforma fiscale. Il punto cardine della riforma fiscale sta nell’abbassamento dal 35% al 20% delle tasse per le aziende, un gran bell’invito per chi vuole fare business e investire negli Stati Uniti tanto che, dopo che il budget è stato approvato dal Senato e il piano di riforma fiscale presentato dai repubblicani, il dollaro si è rafforzato (la prospettiva di aumento del deficit di bilancio avrebbe suggerito il contrario).

Come spiega KPMG, la riforma fiscale oggi ha molte più probabilità di essere approvata rispetto a qualche mese fa, ma non è ancora certa.

Come se le buone notizie non bastassero, negli ultimi giorni abbiamo avuto conferma di dati robusti dal Markit PMI Composito dell’Eurozona: “il forte inizio dell’ultimo trimestre favorisce la crescita record in dieci anni del livello occupazionale”.

Oltre a ciò, l’inflazione è in ripresa, ma rimane ancora sotto gli obiettivi stabiliti dalle banche centrali, cosa che spiega la compostezza del settore obbligazionario europeo, sostenuto al contempo dagli acquisti della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) e da prospettive moderate sull’inflazione.

Cosa più unica che rara, economia tedesca al galoppo, mercato azionario sui massimi assoluti e bund tranquilli come pecorelle, con rendimenti ancora negativi fino alla scadenza 7 anni e con il decennale allo 0.33%.

Operativamente e per concludere

“Potrebbe andare meglio?” è il commento del Sentix all’economia tedesca.

È difficile dire se le belle sorprese continueranno fino a Natale o forse oltre. Ma è certo che tante, tantissime buone notizie sono uscite e sono già scontate nei prezzi di Borsa, mentre finora i mercati hanno completamente ignorato ciò che invece va meno bene, la quantità di debito, prima di tutto.

Cos’altro dovrà succedere per spingere più in alto le quotazioni?

Jeff Bezos, oggi l’uomo più ricco al mondo, ha approfittato dei prezzi record per vendere due tranches del valore 1.1 miliardi di dollari di azioni proprie di Amazon, società da lui creata e che lo ha portato al successo.

“Il momento di massimo pessimismo è il migliore per comprare e il momento di massimo ottimismo è il migliore per vendere”, sosteneva il guru degli investimenti John Templeton.

Massima prudenza dunque su Borse e obbligazioni, con preferenza a titoli liquidi, ad alto dividendo e debito in calo. Il settore petrolifero continua a piacerci, tanto più con i prezzi del petrolio schizzati verso l’alto, a 57 dollari al barile il WTI, le tensioni in Arabia Saudita e i meeting dell’Opec in vista a fine novembre, ma anche qui qualche alleggerimento è consigliabile.

Sul cambio Euro/Dollaro, ora 1.16, eventuali nuove discese in area 1.15-1.14-1.1250 saranno opportunità di acquisto di Euro. La BCE è stata accomodante, ma se le cose continuassero di questo passo lo sarà sempre meno. Viceversa, negli Stati Uniti dopo il prossimo aumento dei tassi a dicembre (ormai certo), la prospettiva di aumento del deficit e Powell colomba, il dollaro potrebbe tornare a indebolirsi.

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