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Monte dei Paschi di Siena, il perché delle indagini in corso

Ne aveva parlato proprio Report domenica scorsa del "sistema Monte dei Paschi di Siena", quell'intreccio di persone, enti e soldi all'ombra della massoneria. E ieri mattina, il blitz della Procura della Repubblica locale, che ha emesso 38 decreti di perquisizione, avviando le indagini riguardanti sia le manovre finanziarie che nel 2008 consentirono a Banca Mps di acquistare Antonveneta, sia sull'anomalo andamento del titolo Mps lo scorso gennaio.
Un'operazione che ha visto la partecipazione di 147 militari della Guardia di Finanza, perquisendo dieci banche nelle città di Roma, Firenze, Milano, Mantova, Padova e Siena, oltre che le abitazioni dei dirigenti e funzionari.

Al centro delle indagini, il prestito Fresh del 2008 di Banca Mps da 1 miliardo: un bond ibrido, di durata perpetua, rimborsabile solo con azioni Montepaschi allo scattare di una determinata soglia di prezzo - sopra i 5 euro - in Borsa. Come spiega dettagliatamente il giornalista Cesare Peruzzi de Il Sole 24 Ore, "tutte le azioni emesse al servizio del prestito, equivalente a un vero e proprio aumento di capitale ai fini del patrimonio di vigilanza, furono comprate da Jp Morgan, anche se il rischio di credito è rimasto in campo al Montepaschi e il bond fu emesso fiduciariamente dalla filiale lussemburghese di Bank of New York". Di quel Fresh - spiega ancora Peruzzi - la Fondazione Mps acquistò titoli per 490 milioni, attraverso Credit Suisse (300 milioni) e Mediobanca (190) milioni, perchè non voleva diluire il 56% di Rocca Salimbeni in portafoglio. Per lo stesso motivo, sempre nella primavera del 2008, sottoscrisse pro quota (3 miliardi) l’aumento di capitale della banca da 5 miliardi, finalizzato all’acquisto di Antonveneta, costato 9 miliardi cash, finiti nelle casse del Santander, realizzando una plusvalenza di circa 3 miliardi.

Le indagini della magistratura - iniziate nel 2011 ma che vanno indietro fino al 2007 - vogliono ricostruire quei passaggi. Vogliono capire cosa ha inoltre provocato, nell'autunno 2011, il crollo del titolo della Fondazione, che dalla scorsa estate ha perso la metà del suo valore, arrivando sotto la soglia dei 20 centesimi, per poi risalire sopra i 0,040 euro. Quattro le persone attualmente iscritte nel registro degli indagati dal pm Nastase - tra i quali anche figure dirigenziali legate all'istituto senese - per "Ostacolo alla funzione dell'autorità di vigilanza" e "Manipolazione del mercato". Intanto, proprio sul mercato, il titolo della Fondazione ha perso ieri oltre il 7%.