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Mps, AD: in cda riflessioni su aggregazioni, decisione tocca ad azionisti

SIENA (Reuters) - Il consiglio di amministrazione di banca Mps sta conducendo riflessioni di carattere strategico analizzando possibili ipotesi di aggregazione, sulle cui decisioni finali deve esprimersi l'azionista di controllo.

Lo ha detto Marco Morelli, amministratore della banca controllata al 68% dal Mef, illustrando ai soci in assemblea le prospettive per quest'anno.

Morelli sta cercando di ristrutturare la banca per riportarla in condizioni di essere attraente per un merger, consentendo allo Stato, che ha acquisito quasi il 70% con il salvataggio del 2017, di uscire poi dal capitale come richiesto dalle regole europee sugli aiuti di Stato.

La dichiarazione di Morelli sulle riflessioni in cda per ipotesi di merger ha spinto al rialzo il titolo che alle 11,25 quota a 1.285 euro in crescita del 2,8%.

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"In consiglio facciamo riflessioni sulle opportunità strategiche con analisi su ipotesi di aggregazioni o diversificazione dimensionale. Le decisioni poi spettano agli azionisti, in primis all’azionista di riferimento", ha detto Morelli.

Il Tesoro deve indicare entro la fine di quest'anno, secondo gli accordi con la Ue, come intende uscire entro il 2021 dal capitale del Monte, in cui è entrato temporaneamente con la ricapitalizzazione precauzionale da oltre 5 miliardi.

Parlando all'assemblea chiamata ad approvare il bilancio 2018, Morelli ha descritto l'esercizio appena chiuso come l'anno in cui "la banca si è rimessa in cammino", ma ha anche avvertito che i risultati sono stati raggiunti nonostante il progressivo deterioramento del quadro macroeconomico esterno.

"L’entrata in 2019 è molto, molto peggiore rispetto al 2018, mi sembra che si atterri su un consenso generalizzato che la crescita del Pil (in Italia) sarà vicina allo zero", ha detto.

E rivolgendosi agli azionisti, ma soprattutto al socio pubblico di controllo, l'AD chiede che quanto fatto finora dalla banca sia valutato alla luce del difficile contesto e dei vincoli che impone il piano di ristrutturazione.

"Rispetto a dove eravamo alla fine del 2016, rispetto al 2017 che di fatto si è chiuso alla fine di novembre con la procedura di ristoro, oggi la banca è questa", ha detto l'AD

"Ognuno di noi, di voi azionisti può valutare se quanto fatto risponde alle aspettative. Anche al nostro azionista di riferimento dico di contestualizzare sempre cosa il Monte riesce a fare rispetto a dove era la banca alla fine del 2016".

(Stefano Bernabei)