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Mps, crollano i diritti, soci vendono per non partecipare ad aumento iperdiluitivo

Il logo Monte dei Paschi a Siena

MILANO (Reuters) - Azioni Mps in netto calo, ma inchiodate a 2 euro, pari al prezzo di sottoscrizione nel primo giorno di aumento di capitale, mentre crollano i diritti, venduti da chi punta a non aderire alla ricapitalizzazione iperdiluitiva da 2,5 miliardi di euro a fronte di una capitalizzazione della banca scesa sotto 100 milioni.

Intorno alle 11,15 le azioni Mps cedono il 2,38% a 2,014 euro con oltre 2,65 milioni di pezzi passati di mano a fronte di una media a 30 giorni di 136.000 titoli. I diritti perdono l'88,3% a 0,915 euro.

Borsa Italiana ha fissato venerdì scorso il prezzo di riferimento delle azioni a 2,0630 euro e del diritto a 7,8371 euro.

Le condizioni dell'aumento prevedono che i diritti di opzione saranno esercitabili dal 17 al 31 ottobre (negoziabili fino al 25) a un prezzo di sottoscrizione pari a 2 euro per ciascuna nuova azione nel rapporto di 374 nuove azioni ogni 3 azioni possedute. Il prezzo di sottoscrizione dell'aumento incorpora uno sconto pari al 7,79% rispetto al Terp (prezzo teorico ex diritto).

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"Quello che sta avvenendo oggi sul mercato è né più né meno simile a quanto accaduto con l'aumento di Saipem a luglio: il diritto crolla perché chi fa parte di quel 36% di flottante non intende partecipare all'aumento perché troppo oneroso, mentre il titolo tiene perché qualcuno punta sulle azioni anche per arrotondare la quota", osserva un trader.

Considerato che Mps pagherà 125 milioni di euro di commissioni al consorzio di garanzia, e tenendo conti degli accordi di prima allocazione, secondo i calcoli fatti da un analista di una banca d'affari "le banche del consorzio potranno liberarsi di titoli derivanti dall'inoptato senza incorrere in perdite fino ad un prezzo di 1,72 euro, che diventa il valore di carico delle azioni. Il titolo post aumento sarà comunque sotto pressione e soggetto a volatilità"

L'aumento è coperto per 1,6 miliardi dal Tesoro che detiene il 64,23% del capitale, per i restanti 900 milioni sono stati sottoscritti contratti di garanzia per un importo massimo di 857 milioni, di cui 807 milioni con un consorzio di otto banche e 50 milioni con Algebris.

(Giancarlo Navach, editing Andrea Mandalà)