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Mps, ok aumento capitale per Monti bond. Scontro Profumo-Grillo

Mps, ok aumento capitale per Monti bond. Scontro Profumo-Grillo

Siena, 25 gen. (LaPresse) - Dopo una riunione fiume durata oltre sette ore, l'assemblea straordinaria degli azionisti di Mps, riunita a Siena, dà il via libera all'aumento di capitale da 6,5 miliardi, necessario per beneficiare dei Monti-bond. Ai 4,5 miliardi per coprire l'aiuto del governo (pari a 3,9 miliardi) si aggiungono 2 miliardi come copertura per gli interessi che la banca dovrà pagare se non rispetterà gli impegni presi con l'esecutivo entro il 2018. Il risultato serve però a rilanciare solo in parte l'immagine dell'istituto, precipitato nella bufera dopo la vicenda dell'operazione sui derivati che ha coinvolto il suo ex numero uno, Giuseppe Mussari. Pesano i lati oscuri che legano mondo finanziario e politica, come riecheggia negli oltre trenta interventi dei soci nel corso dell'assemblea. A dominare è stato il duello tra il presidente di Rocca Salimbeni, Alessandro Profumo, e il leader del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo. Il comico genovese ha ancora una volta spiazzato tutti, attaccando duramente i vertici del gruppo e il Pd. È stato il primo ad intervenire e le bordate non si sono fatte attendere: "C'è un buco di 14 miliardi" nelle casse di Mps e il suo presidente è "completamente inadatto perchè indagato per frode fiscale". "Io - ha proseguito - vengo da Genova e conosco benissimo il dottor Profumo: era un ex casellante, si è fatto da solo, ma è completamente inadatto perchè indagato per frode fiscale, con un curriculum che potrebbe essere giusto in questa situazione". Profumo non replica, ma il battibecco è rimandato solo di qualche minuto, quando Grillo torna a parlare del buco da 14 miliardi. Il numero uno di Monte dei Paschi ribatte: "Qui non c'è nessun buco, poi ci dice dove ha preso questi dati". Pronta la controreplica: "Ora vediamo. C'è un buco notevole: se non saranno 14 miliardi saranno otto". L'attenzione mediatica è tutta per il leader di M5S: "Mps - tuona - è come Parmalat e la Tangentopoli di Craxi insieme. Il danno che hanno fatto è questo passaggio, con cui il partito diventa banca e la banca diventa partito". Nel mirino di Grillo ci sono i Ds e il Pd, i cui segretari, dal '95 in poi, devono "dare risposte" e per questo è necessaria una "commissione d'inchiesta". Non risparmia Giuseppe Mussari, definito "il nuovo Lusi della situazione, il nuovo Fiorito", che non è in grado "di fare un bonifico", anche se non lo vorrebbe in galera perchè è solo "una pedina". Il burattinaio dello scandalo dei derivati, secondo Grillo, è la politica, e in particolare i Democratici, che hanno "disintegrato una delle banche più belle", portandola allo "scempio totale". Profumo controbatte all'invettiva di Grillo nel corso della conferenza stampa che segue l'assemblea: "Io - dice - penso di aver fatto tanti errori nella mia vita, mi domando se lui non li ha fatti. Non so se sono adatto o inadatto, ma posso dire che ne capisco un minimo di questo mestiere". E poi ancora: "Io ho fatto il bancario per tanti anni e sono stato ritenuto adatto dall'assemblea, che mi ha votato e non solo. Rispetto la posizione di Grillo per consentirgli poi di ricredersi sul suo punto di vista". Nessuna preoccupazione per Profumo in relazione alle accuse lanciate dal leader di M5S sul suo coinvolgimento nell'inchiesta Brontos, relativa a fatti che risalgono a quando era amministratore delegato di Unicredit: "L'ho già detto e lo ripeto: sono molto contento che si vada al giudizio così potrò dimostrare le mie responsabilità. Sono assolutamente tranquillo, però ho uno strano pensiero antiquato e cioè che i giudizi si tengono in tribunale e non sui mezzi di comunicazione". I vertici di Mps cercano poi di risollevare le sorti della banca, sottolineando che sono stati aperti "dei cassetti" con il turn-over del management nella direzione finanziaria e promettendo di arrivare al cda di inizio febbraio con tutti gli elementi per valutare l'impatto delle operazioni sui derivati.