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Mps: ora per la Bce servono 8,8 mld. Il punto della situazione

Clima festivo ancora in atto sulle borse europee con un andamento dei volumi particolarmente scarso anche a Piazza Affari. Intorno alle 10.30 il Ftse Mib registrava un attivo di poco superiore allo 0,2%, con il resto delle Borse europee intonate allo stesso modo. Numeri alla mano il Dax di Francoforte non va oltre lo 0,08%e il Cac40 di Parigi è fotografato non molto distante, a 0,06%.

La situazione

Recentemente la Banca Monte dei Paschi di Siena (IOB: 0R7P.IL - notizie) non è riuscita a condurre in porto un’operazione di ricapitalizzazione da 5 miliardi. Adesso (IOB: 0N5I.IL - notizie) la Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) ne chiede 8,8. Intanto anche oggi i titoli sia azionari che obbligazionari, della banca più antica del mondo restano sospesi dalle contrattazioni. Partiamo subito con le ultime notizia che arrivano da Bruxelles: la Bce chiede un extra di 3,8 miliardi rispetto a quanto fatto finora per la ricapitalizzazione del Montepaschi (Milano: BMPS.MI - notizie) , portando la cifra totale ad 8,8 miliardi di euro. Tecnicamente l’aumento è definito come un “fabbisogno di capitale” dettato dai risultati dell’ultimo stress test di luglio dai cui risultati emerge, appunto, un gap di poco inferiore ai 9 miliardi di euro. Nella realtà dei fatti, invece, l’aumento nasce dalla forma di salvataggio scelta dal Montepaschi, il primo caso di salvataggio precauzionale che si è avviato in Italia, forma applicabile solo per le banche solvibili che hanno fallito lo stress test. L’ultimo disponibile per Siena era quello di luglio e in base ai dati di quell’esame la ricapitalizzazione arriva a 8,8 miliardi. Ma la situazione non è così semplice: infatti dalla bce hanno detto che la falla si trovava nel parametro del Cet 1 fully loaded previsto a fine 2018 “pari a -2,44%, da mettersi in relazione con una soglia dell’8%”, una percentuale che, però, non risulta tra i requisiti previsti dall’esame Eba. Non solo, ma sempre a luglio non si parlava di un requisito minimo di capitale. In altre parole le regole sembrano essere state cambiate durante il gioco adottando per Mps (BSE: MPSLTD.BO - notizie) lo stesso schema precauzionale fatto per le banche greche.

Il caso Mps

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Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) caso di quello che sta succedendo e di quello che è successo potrebbe essere utile fare il punto della situazione. Giovedì 22 l’offerta per l’aumento di capitale è andata praticamente deserta, un fallimento che non è mai stato ufficializzato con cifre ma solo con un comunicato. a far scattare i dubbi, o per meglio dire a farli aumentare, è stata anche l’assenza di anchor investor, ovvero le vere leve cardine del salvataggio che però, di fronte alla mancanza di grandi ordini hanno preferito evitare un’esposizione che, a prescindere dai buoni risultati della conversione dei bond subordinati, rischiava di essere pericolosa. In attesa del nuovo piano restano ancora sul tavolo i nodi più forti del problema e cioè quei 27,7 miliardi di sofferenze che potrebbero vedere l’appoggio di una cartolarizzazione aiutata dal Fondo Atlante il quale nei giorni scorsi aveva dato l’ok per una sua partecipazione. Stando a indiscrezioni di stampa anche la mole dei vari Npl potrebbe aver convinto la Bce a prendere una decisione che ricorda molto quella adottata per le banche greche, anche loro oppresse da sofferenze e soprattutto da dimensioni potenzialmente sistemiche.

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